martedì 8 dicembre 2009

Natale

Natale è la storia di uno che nasce che già sa che muore a 33 anni suonati. Che praticamente un sacco di tempo addietro c'era stato uno screzio fra un tale fruttarolo e due suoi dipendenti, e siccome il fruttarolo non era tipo da mandarle a dire, allora aveva maledetto tutti quanti, pure quelli che ancora dovevano nascere. Per questo motivo, dopo un po', decide di risolvere la situazione che era diventata piuttosto trista e allora ammazza il figliolo suo, che pure non c'entrava niente, e che sarebbe il tipo che nasce a Natale. Questa storia gli uomini tempo dopo l'hanno chiamata Giustizia.

venerdì 27 novembre 2009

No Berlusconi Day. Perché sì.

Io ci vado. A me le manifestazioni, i bonghi, la gente sporca, il folklore comunista, tutte queste cose, mi stanno sul cazzo. Parecchio. Mi stanno sul cazzo persino le birre da due soldi; compro quelle belghe fatte a mano da un frate ultracentenario in cooperazione con lo Spirito Santo. Io giro in camicia, e ogni tanto in cravatta. E alla manifestazione ci andrò in camicia e cravatta, viola entrambe.

Perché la democrazia significa prima le regole democratiche liberali. E poi il voto popolare. Prima e poi. Se fosse il contrario si chiamerebbe tirannia demagogica. Stato totalitario democratico. E' un attimo. Chiedete alla Lega, loro lo sanno come si fa. E ci stanno provando alla grande.

Il consenso. Sarà maggioritario, non lo so. Però l'idea di una manifestazione spontanea mi attizza. Una roba per dire che ci stanno pure gli altri, cazzoni quanto volete, fuori dalle tv di regime. Ho detto tv di regime sì. Una volta va detto, una volta sola.

Uno sfogo. Perché no, è il destino dell'antiberlusconismo in questo paese. Non si costruisce in questa manifestazione, si manifesta. Manifesta profondo dissenso. Dissenso esasperato. Perché sono state sdoganate troppe cose. L'etica democratica è diventata soltanto politically correct. Nessuna sostanza, una cerimonia. Il razzismo? Perché no, smettiamola col politically correct. La mafia? Solo quella con la pistola in mano. Il resto, invenzione della magistratura. La correttezza fiscale, roba da comunisti.

Manifestazione personale? No, a meno che non si voglia ritenere Berlusconi una persona. E' chiaro. Berlusconi è un'idea. E' il sentimento profondo della parte schifosa di questo paese. Berlusconi crea i comunisti, e divide in quelli che sono i suoi, e i comunisti. E pure se non ci vuoi stare, al gioco, chissene. Tocca essere comunisti.

Berlusconi è stato eletto? No. Il parlamento è stato eletto. Berlusconi è stato nominato. Ed è il parlamento lo strumento democratico, non il governo. Nei fatti, è l'opposto. E lo si vuole formalizzare.

E io manifesto. Manifesto ora che questo andar di mannaia sui principi democratici italiani non mi sta bene, che io non solo non sono di quella parte là, ma nemmeno mi rassegno a star zitto. Con parsimonia, ma con intenzione.

giovedì 12 novembre 2009

La politica della sicurezza

Sunset and baptistery silhouetteAlla fine uno perché va a Pisa? Lo sanno pure i polli. La torre la torre. Detta meglio: la piazza dei miracoli. La piazza dei miracoli è una piazza bella grande, che ospita, oltre al battistero, al duomo e alla torre di Pisa, un sacco di carabattole. Carabattole di ogni genere ospitate in containers asserrandati marrone. Manette di peluche, borse finto pelle e mandrappe col muso di Benito. Quando ti va bene, i venditori di orologi di sgamo. Neri senegalesi. Quando ti va male, gli indiani colle bambole lamentose e i soldatini tàtàtà. Quando ti va peggio, capi di stato, sindaci e arcivescovi, o quando ti va pessimo, la partita del Pisa in casa.

Oltre a questo piazza dei miracoli è un posto dove tipicamente la gente passa per tornare a casa. Perché, a Pisa, gli edifici sono perlopiù costruiti in adiacenza, per cui non è che ci sia tanta scelta per tornare a casa. Se vuoi far prima, si passa di là. Bon.

La politica della sicurezza del capo di Pisa consiste nel non fare assolutamente nulla se c'è un traffico di biciclette rubate che uno onesto (leggi fesso) come me, che non ruba, non può permettersi di averne una, di bici, e va a piedi. Consiste, invece, nel chiudere di notte alcuni degli accessi pedonali della Piazza, che significa, in poche parole, che io ci posso entrare da una parte, magari farmela tutta a piedi fino al lato opposto, per scoprire che i cancelli sono chiusi e mi devo inculare un paio di chilometri per aggirare l'idiozia di chi ha avuto 'sta bella pensata.

Un emerito imbecille. Imbecille patentato. Politicamente parlando, eh.

la foto è la mia, ed è copyrighted. Se la rubate, non fatevi sgamare almeno

venerdì 6 novembre 2009

Amena raccolta di sciocchezze

Meccanismi democratici:

"che si proponga agli italiani a questo punto se vogliono che il loro paese sia uno stato laico, o uno stato laico di impronta cristiana o uno stato cristiano. La maggioranza dovrebbe avere ragione no?!" Ale Meda

Cattolicesimo, ovvero ecumenismo

"Se gli da fastidio si girano dall'altra parte,nessuno gli chiede di mettersi in ginocchio o di pregare,ma non dobbiamo perdere le nostre tradizioni e quelle legate al crocifisso come il Natale e la Pasqua." Antonello Acciaro seguito a ruota da
"ma dove è finita quella bella usanza che è la maggioranza che decide le minoranze che si adeguino a casa loro possono fare cio che vogliono". di Vittorio Berti Lorenzi

Per chi è italiano autentico seguito da costruzioni grammaticali ardite:

"Nessuna famiglia in ITALIA ha il diritto di chiedere che si TOLGHI il crocifisso nelle scuole...."
Alessandro Soldati
"Io dico si al crocifisso... perchè noi abbiamo le nostre simbologie come gli altri hanno le loro ......e quindi noi si deve accettare le loro .....e gli altri devono rispettare le nostre......e quindi dico ogni religione o ideologia deve rispettare i luoghi nel quale soggiorna" Mariapina

Motivazioni forti:

"Secondo me il crocifisso deve essere presente in tutti i luoghi pubblici semplicemente perchè in Italia c'è il Vaticano !!"
Manuel Bortolato

A chi si vuol somigliare:

"Io sono stato nei paesi arabi ,ebbene non si potevano mostrare simboli cristiani , perchè ora dobbiamo accettare che nel nostro paese si debba accettare una limitazione così grave della nostra libertà di essere CRISTIANI" - Roberto Napoletti

giovedì 5 novembre 2009

Carità cristiana

C'è voluta la storia del crocifisso per rimediare ancora una volta alla favoletta della tolleranza e della carità cristiana, ma andiamo con ordine.

Come ci è finito il crocifisso nelle sale scolastiche? Ce lo ricorda la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo:

L’ obbligo di esporre il crocifisso nelle aule risale a un’epoca precedente all’unità d’Italia.

Infatti, l’articolo 140 del Regio Decreto n. 4336 del 15 settembre 1860 del Regno di Piemonte e Sardegna stabiliva che «ogni scuola dovrà senza difetto essere fornita (…) di un crocifisso».

Nel 1861, anno di nascita dello Stato italiano, lo Statuto del Regno di Piemonte e Sardegna diventava lo Statuto italiano.

Enunciava tra l’altro che che «la religione cattolica apostolica e romana (era) la sola religione d Stato. Gli altri culti esistenti (erano) tollerati in conformità con la legge».

La presa di Roma da parte dell’esercito italiano, il 20 settembre 1870, a seguito del quale Roma fu proclamata capitale del nuovo Regno d’ Italia, causò una crisi delle relazioni tra lo Stato e la Chiesa cattolica.

Con la legge n. 214 del 13 maggio 1871, lo Stato italiano regolamentò unilateralmente le relazioni con la Chiesa ed accordò al Papa un certo numero di privilegi per lo svolgimento regolare dell’attività religiosa.

All’avvento del fascismo lo Stato adottò una serie di circolari miranti a fare rispettare l’obbligo di esporre il crocifisso nelle aule.

La circolare del ministero della Pubblica istruzione n. 68 del 22 novembre il 1922 recitava: «In questi ultimi anni, in molte scuole primarie del Regno l’immagine di Cristo ed il ritratto del Re sono stati tolti. Ciò costituisce una violazione manifesta e non tollerabile e soprattutto un danno alla religione dominante dello Stato così come all’unità della nazione. Intimiamo allora a tutte le amministrazioni comunali del regno l’ordine di ristabilire nelle scuole che ne sono sprovviste i due simboli incoronati della fede e del sentimento patriottico».

La circolare del ministero della Pubblica Istruzione n. 2134-1867 del 26 maggio 1926 affermava: «Il simbolo della nostra religione, tanto per la fede quanto per il sentimento nazionale, esorta e ispira la gioventù che nelle università e negli altri istituti superiori affina il suo spirito e la sua intelligenza in previsione delle alte cariche alle quali è destinata».

L’articolo 118 del Regio Decreto n. 965 del 30 aprile 1924 (regolamento interno degli istituti d’istruzione secondari del Regno) recitava: «Ogni scuola deve avere la bandiera nazionale, ogni aula il crocifisso e il ritratto del Re».

L’articolo 119 del Regio Decreto n. 1297 del 26 aprile 1928 (Approvazione di regolamento generale dei servizi d’insegnamento elementare) stabiliva che il crocifisso era fra «le attrezzature e materiali necessari alle sale di classe di scuole».

Le successive leggi nazionali Italiane non hanno mai abolito queste due disposizioni rimaste dunque sempre in vigore e applicabili al caso di specie.

Dunque parliamo di decreti di fine Ottocento ripristinati durante il ventennio fascista, e stiamo parlando di uno Stato che riconosceva che "la religione cattolica apostolica e romana (era) la sola religione di Stato. Gli altri culti esistenti (erano) tollerati in conformità con la legge". Nel frattempo le cose sono cambiate, e la Costituzione della Repubblica Italiana promulgata il 1° gennaio del 1948 ed attualmente in vigore, al contrario, sancisce quello che segue:
art.3 (1) Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
art.7 (1) Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
art.8 (1) Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Questi tre articoli riassumono il concetto ormai usurato di laicità. Poiché lo Stato deve mantenersi equidistante e garante di tutti i cittadini, non potendo distinguere questi per il loro credo, deve alla stessa maniera considerare le religioni ed i personali convincimenti aventi pari dignità.

Questa pari dignità è garantita esponendo il crocifisso in un luogo pubblico di istruzione?
Per rispondere a questa domanda è necessario chiedersi quale significato positivo risiede nell'esposizione in un luogo deputato all'istruzione pubblica di uno specifico simbolo, qualunque esso sia. Non è ovviamente sufficiente addurre motivazioni negative, poiché si sta proponendo qualcosa: non è sufficiente, vale a dire, affermare che "siccome c'è sempre stato, perché toglierlo". A questa domanda il governo ha dovuto rispondere nella sua difesa presso la Corte dei Diritti. Queste sono le motivazioni prodotte:

1 - Se il crocifisso è certamente un simbolo religioso, riveste tuttavia anche altri significati. Avrebbe anche un significato etico, comprensibile ed apprezzabile indipendentemente dall’adesione alla tradizione religiosa o storica poiché evoca principi che possono essere condivisi anche da quanti non professano la fede cristiana (non violenza, uguale dignità di tutti gli esseri umani, giustizia, primato dell’individuo sul gruppo, amore per il prossimo e perdono dei nemici).

Dunque il crocifisso va a posto non come simbolo religioso, ma come emblema di una cultura fondata sulla non violenza, sulla pari dignità, sulla giustizia, sul primato dell'individuo, sull'amore per il prossimo e sul perdono dei peccati. Andando con ordine, chiunque abbia una minima conoscenza della cultura prima cristiana e poi cattolica, sa che la pari dignità fra ebrei e "gentili" è un mito, così come tutt'oggi è un mito la pari dignità fra donne ed uomini. Inoltre, la religione non prevede affatto pari dignità fra credenti e non credenti.

In secondo luogo, parliamo di giustizia. La stessa storia evangelica è il supremo simbolo di ingiustizia per il nostro comune sentire il diritto: un essere onnipotente sacrifica il suo figlio, non molto convinto, per riparare ad una colpa commessa da altri che ricade di generazione in generazione. Dunque si espia una colpa per il tramite di una pena comminata ad un innocente. Quale tribunale considererebbe questa storia esempio di giustizia?

Il primato dell'individuo, di nuovo, cozza con i Vangeli, che sono l'unica testimonianza, tra l'altro della figura di Cristo, sebbene una testimonianza assolutamente priva di credibilità storica. L'individuo si annulla di fronte alla suprema autorità divina, ed è lo stesso Cristo, sulla croce, che giudica conoscendo tutto chi sarà salvato e chi no. D'altronde è connaturato nella stessa religione il principio di totalitarismo. Nessuna religione positiva può accettare il primato dell'individuo come valore.

Per quanto riguarda l'amore per il prossimo e per i nemici, mi basterà citare uno dei tanti commenti dei sostenitori del crocefisso, che evidentemente li ha ispirati in tutt'altri valori:

Stato laico un cazzo. La costituzione scritta dalle zecche comuniste non ha alcun valore e presto sarà cambiata. L’Italia è uno Stato Cristiano per tradizione ultra-millenaria. Chi tocca il Crocefisso (ma anche solo chi mette in discussione la cosa), Polonio-210 subito. La cagna finlandese è e RESTA finlandese: altro aspetto della costituzione che verrà cambiato. Non è con un timbro che si diventa Italiani.

od anche:

FUCILAZIONE PER I TRADITORI DELLA TRADIZIONE!

[to be continued...]


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martedì 20 ottobre 2009

Ora di Corano? Ai mussulmani non gli garba la femmina

Quando da Vespa si affrontano temi che vanno al di là del celodurismo leghista, e si invita gente del calibro di mons. Fisichella, che faceva meglio a fare il pilota di formula uno, ecco accadere snocciolamenti di puttanate storico-filosofiche e filologiche pure che nemmeno alla famosa bocciofila di Bersani. Tipo le buone crociate di una volta, oppure che gli arabi invasero la Spagna e bisognava cacciarli. Oppure che non va bene insegnare il Corano ai bimbi della scuola pubblica perché si parla della lapidazione dell'adultera. Ecco, qualche Cristo, di quelli Amici di Maria (Maddalena), avesse ricordato che la Bibbia la insegnamo pagata dallo Stato, e altro che lapidazioni ci stanno sopra.
Non che io sia favorevole all'insegnamento di alcunché sia ideologicamente religioso.

lunedì 19 ottobre 2009

Ordini di grandezza

Benissimo, ora c'è pure l'ordine dei buttafuori. C'è quello degli ingegneri, cento e passa euri all'anno, quello degli avvocati, dei medici, e poi c'è quello dei giornalisti. Che, teoricamente, dovrebbe garantire che questi non scrivano puttanate, o almeno, che ne scrivano in misura digeribile.

A questo punto, non sarebbe il caso che detto ordine guardasse un po' se è il caso di far smettere di scrivere puttanate come si fosse al bar del duomo a questi qua? Così per dire...

lunedì 7 settembre 2009

Agnostici: cresciutelli per credere a Babbo Natale.


Vi sono molti fenomeni ancora non del tutto spiegati in natura. C'è chi vede dei misteri, dei miracoli addirittura, nello sbocciare di un fiore, nel nascere di una vita, o nel diploma di liceo classico di Gasparri. Alcuni altri credono negli angeli, nei fantasmi, o nella natura soprannaturale delle poppe di Cristina del Basso. C'è chi si meraviglia della moltitudine dei pianeti, chi della moltitudine di cagate dette da Benedetto decimosesto nell'ultima enciclica.

Eppure un ancor più grande ed irrisolto mistero è quello che più mi tormenta: il misterioso essere chiamato agnostico. Questo essere chimerico rivela le sue reali sembianze in alcuni rarissimi momenti, nei quali soltanto i più abili cacciatori sono in grado di intercettarlo, per porgli alcune questioni.

Cacciatore di agnostici: "toh, un agnostico!"
Agnostico: "no no. Agnostico razionalista!"
C: "ah, beh"
A: "già uhm"
C: "posso farti qualche domanda, agnostico?"
A: "certo, però sappi che non so se mi esprimerò"
C: "bene. Proviamo con quelle semplici. Tu ci credi a Babbo Natale?"
A: "No, certo"
C: "no?"
A: "no. Forse, uhm. No, non quello comunemente inteso"
C: "ah..."
A: "cioè no, non ci credo."
C: "e perché?"
A: "cioè, dici quello dei bambini che porta i doni? no, è una fandonia per bambini"
C: "puoi dimostrare che non esiste?"
A: "certo! Cioè, no, voglio dire, è impossibile"
C: "improbabile"
A: "ok, come ti pare, improbabile"
C: "eppure possibile"
A: "sì certo. Tutto è possibile"
C: "però non ci credi. Non esiste"
A: "no, certo. A meno che non mi compaia davanti."
C: "interessante. E Dio?"
A: "Dio non lo so. Può essere. Non posso esprimermi. Non si può provare né che esiste né che non esiste. Magari era lì prima del big bang"
C: "uhm. Secondo te tra Dio e Babbo Natale chi è più forte? voglio dire, chi vince?"
A: "come, in che senso?"
C: "nel senso, a botte, chi vince?"
A: "che domande!"
C: "secondo me vince Dio, voglio dire. I superpoteri di babbo sono davvero ridicoli rispetto a quelli del boss"
A: "questo sì"
C: "vale a dire, se Babbo è improbabile, Dio lo è ancora di più. Nemmeno nei fumetti Marvel c'è il supereroe imbattibile"
A: ".... non mi esprimo"
C: ""

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mercoledì 12 agosto 2009

Ateismo - Frequently Asked Questions

Molto spesso sento parlare a sproposito dell'ateismo, anche da uomini che dovrebbero essere istruiti, se non altro sull'argomento. Mi riferisco ad esempio alle numerose dichiarazioni del Pontefice, e delle sue appendici pastorali, ma anche di esponenti di ogni sorta della società civile con i quali mi trovo alle volte a discutere. Per rimanere nello specifico, ad esempio, il signor Ravasi, detto monsignore, ha parlato di "idolatria" e di "indifferenza, di superficialità, di banalità: è quasi una sorta di ‘gioco di società’ il negare Dio". Addirittura un tale psichiatra intervenuto su Avvenire ha distinto i "non credenti" dagli atei, affermando che questi ultimi, a differenza dei non credenti che aspettano una qualche esperienza diretta con l'aldilà, sarebbero "contro" Dio.

Per questo motivo sarà forse utile sgomberare il campo con una serie di risposte alle domande più frequenti che vengono rivolte ad un ateo, così che io abbia un riferimento costante nel futuro, e risparmi un po' di fatica.

Cosa significa "ateo"?

Ateo deriva dal termine greco àtheos, composto di alfa privativa e thèos, Dio. Dunque colui che nega l'esistenza di Dio.

Dunque l'ateo ha bisogno di Dio per negarlo? Il termine non ha una connotazione negativa?
E' vero, il termine non ha una connotazione positiva. Tutto ciò è dovuto ad una tradizione religiosa della quale la lingua risente. Questo però non significa affatto che non esista un sistema morale positivo improntato all'ateismo. Proprio questo motivo ha condotto alcuni umanisti e razionalisti a costituire un movimento, "The Brights", che mira ad introdurre il termine "Bright" per caratterizzare chi si riconosce in una visione del mondo naturalistica, libera da qualsiasi elemento superstizioso e sovrannaturale.

In ogni caso, l'ateismo non rimane comunque una fede?

La fede è la credenza in qualcosa in assenza di prove. Non la non credenza. Il razionalismo, che conduce all'ateismo, rigetta la fede come valore morale, ed è dunque l'antitesi stessa al metodo fideistico. L'ateo, il razionalista, agisce secondo e propone un metodo per giudicare la realtà che lo circonda: credere soltanto ciò che è ragionevole sulla base dell'esperienza, e conservare il dubbio. Non credere in assenza di prove. Rivedere le proprie convinzioni se esistono nuovi elementi che le mettano in crisi.

Cosa c'è di sbagliato nella fede?

Come ho detto, avere fede significa "il credere in determinati concetti o assunti basandosi sull’autorità altrui o su una convinzione personale più che su prove obiettive" (De Mauro). In questo caso significa basarsi sul "sentito dire" oppure riporre fiducia cieca in uno sconosciuto. Chi considererebbe virtù della vita quotidiana queste caratteristiche? Se una madre affidasse suo figlio ad un passante, avendo fede che lo tratterà bene, non la dovremmo giudicare incapace di allevare suo figlio? Un giornalista che scrive un articolo sulla base di una sua convinzione personale non suffragata da alcuna prova, senza verificare i fatti proposti, sarebbe un buon giornalista? Eppure accettiamo senza problemi la fede religiosa come virtù, addirittura una virtù teologale, assieme a carità e speranza. Si dice anche che la fede religiosa va rispettata. Eppure non consideriamo rispettabile un fedele islamico convinto che uccidere i pagani lo condurrà a godere di vergini nell'aldilà, o di grappoli d'uva a seconda della traduzione. Questo c'è di sbagliato nella fede, che è intrinsecamente integralista e aliena al confronto. Di fronte all'esperienza, ai fatti, il fedele non muta opinioni. Potremmo affermare che la tolleranza liberale esiste nonostante la fede.

Mettiamo da parte la fede, come la mettiamo con i miracoli?Anche qui, bisogna ricorrere al metodo razionale, e giudicare sulla base dei fatti. I grandi miracoli, quelli da cento punti direbbe Troisi, risalgono indietro nella storia fino a perdersi nella leggenda. Non possono essere considerate certo prove le testimonianze di parte delle sacre scritture, così piene di incongruenze da essere fonte inaffidabile persino per eventi storici altrimenti certi, come la successione dei governatori romani, e via di seguito. Di contro, i "miracoli" recenti sono assai poco spettacolari e verificabili. Sarebbe davvero clamoroso veder ricrescere un arto ad un amputato, invece, guarda caso, troviamo soltanto miracoli da "cinquanta punti", tutti facilmente falsificabili. Inoltre, di fronte a eventi inspiegabili, l'atteggiamento del credente, che si contenta di attribuire a Dio l'opera miracolosa, non giova al progresso della conoscenza, che richiede invece uno sforzo investigativo atto a scovare o modificare le leggi naturali che regolano il fenomeno inspiegabile. Pensate ad esempio alle malattie. Se si credesse all'origine soprannaturale dei mali, sarebbe del tutto inutile fare della ricerca medica che scopra le reali naturali motivazioni di una malattia, e saremmo condannati tutti a morire di influenza o di polmonite per causa di Dio.

Le prove saranno insufficienti, ma se Dio esistesse veramente non sarebbe meglio credere per precauzione?
il famoso argomento di Pascal può avere una serie di risposte differenti. La prima, quella più "umanistica", è riassunta dalla citazione di Flores D'Arcais che compare anche nella colonna di destra del blog: "
Dobbiamo prendere sul serio Pascal, e scommettere sulla finitezza. Non ci sarà mai dato un dopo, infatti, nel quale scoprire che abbiamo una vita sola. Possiamo viverla così oggi, o mai più. Alienazione è il rifiuto di accettare la nostra condizione di finitezza". Si può infatti ribaltare la scommessa, e pensare dunque che se la vita fosse davvero solo questa, sprecarla sarebbe il peggior evento che si potesse verificare.

La seconda risposta è che l'ipocrisia di credere per scommessa, al fine di ottenere il massimo risultato, sarebbe un peccato ancor più grave che non credere. La terza risposta, la più ovvia, è che non si può "decidere" di credere, se non si crede. Se si fa finta, supposto un Dio onnisciente, Egli se ne accorgerà, e dunque saremmo comunque dannati.

Eppure molti filosofi hanno dato delle dimostrazioni ontologiche dell'esistenza di Dio. Anche quelle sono errate?

Le dimostrazioni ontologiche dell'esistenza di Dio sono tutte dimostrazioni a priori, che fallano in una qualche parte delle loro inferenze, o definizioni. In generale c'è sempre da fidarsi poco di ragionamenti che dimostrino qualcosa di fisico senza ricorrere a nessun dato empirico. Prendiamo per tutte la dimostrazione di Anselmo d'Aosta, che sembrò quella più convincente.
Ora noi crediamo che tu sia qualche cosa di cui nulla può pensarsi più grande. [...] E questo ente esiste in modo così vero che non può neppure essere pensato non esistente. Infatti si può pensare che esista qualche cosa che non può essere pensato non esistente; e questo è maggiore di ciò che può essere pensato non esistente. Onde se ciò di cui non si può pensare il maggiore può essere pensato non esistente, esso non sarà più ciò di cui non si può pensare il maggiore, il che è contraddittorio. Dunque ciò di cui non si può pensare il maggiore esiste in modo così vero, che non può neppure essere pensato non esistente.
Detto in parole povere, siccome riusciamo a pensare Dio, e l'esistenza è meglio della non esistenza, allora Dio esiste. La prima obiezione a questo "ragionamento" arrivò da Kant, che fece notare come non è per nulla scontato che l'esistenza debba essere "maggiore" della non esistenza. L'obiezione più immediata che invece viene in mente è che non tutto ciò che si pensa esiste per il solo fatto che si riesce a pensarlo. In particolare Dio è l'estremizzazione dell'uomo: come ci fa notare la Bibbia, l'uomo fece Dio a sua immagine e somiglianza.

Possibile che miliardi di credenti in tutto il mondo si sbaglino?

Possibilissimo. In particolare alcuni biologi ci hanno fatto notare che ci siamo evoluti per essere tendenzialmente creduloni. La religione è un "effetto collaterale" di questa necessità evolutiva, che prediligeva la creduloneria allo scetticismo. Questo perché era sempre meglio credere che ci fosse una tigre, anche quando era magari solo il vento, e così salvarsi in ogni caso.

Se si può concordare che non esistano prove dell'esistenza di Dio, non si può nemmeno provare la sua inesistenza. Non è razionale dunque dichiararsi agnostici?

L'equivoco nasce dal fatto che si considera una "simmetria" fra l'assenza e la presenza di prove. Ma non è così. E' invece ragionevole comportarsi in maniera da negare tutto ciò che non è stato provato, o che comunque sia in una qualche misura probabile in base alle prove in possesso. A questo proposito torna utile il paradosso della teiera di Russel: immaginiamo che esista una teiera orbitante fra Marte e Giove, troppo piccola per essere rilevata da qualsiasi strumento esistente. L'agnostico dovrebbe dire: "mi dichiaro agnostico riguardo la teiera orbitante", ma sarebbe molto più ragionevole dire che la teiera non esiste, a meno di prove contrarie. Ancora, perché l'agnostico non si dichiara tale anche di fronte al Mostro volante di spaghetti? Non ci sono prove della sua inesistenza, e nemmeno dell'inesistenza degli unicorni rosa a propulsione nucleare. O delle Winx, per la gioia delle bambine. O di Babbo Natale, che è già più probabile di Dio. Chi ha il coraggio di dichiararsi agnostico sulle Winx, o su Santa?

Dichiararsi agnostici è ancor più irragionevole che dichiararsi credenti, dal momento che si può supporre che il credente, e molti l'affermano, abbia avuto una qualche esperienza diretta con Dio, sebbene sia logico credere che abbia frainteso (l'utilizzo di droghe, privazioni corporali o carenza d'ossigeno di molte religioni è un indizio forte).

Senza Dio, che motivo ci sarebbe per essere buoni? Lo diceva anche Dostoevskij...
La leggenda degli atei cattivi poggia su alcune falsità e fraintendimenti che periodicamente vengono spacciati dal Santo Padre e i suoi accoliti, per dimostrare l'incontrovertibile verità, secondo loro, che Dio sia l'unica e sola origine della moralità. Se invece guardiamo ai fatti, potremmo portare alcuni dati all'attenzione dei religiosi:
  • secondo alcuni test condotti su un campione di persone sia religiose che atee, non esiste alcuna differenza in ciò che si ritiene giusto o sbagliato.
  • le nazioni più religiose sono anche quelle più arretrate e violente.
  • se Dio fosse l'unico motivo per comportarsi bene, allora tutti coloro che lo credono se Dio non ci fosse sarebbero degli stupratori assassini o peggio. Potremmo dire, avrebbero bisogno di più polizia, non di più Dio. Ridurre Dio ad un poliziotto è un po' squallido.
  • se prendessimo la Bibbia come fonte di ispirazione per la nostra moralità, troveremmo morali molte cose turpi, come il genocidio, la guerra religiosa, lo stupro dei propri figli, l'assassinio dei propri figli, e molte altre cose. Per fortuna non lo facciamo.
Infine, viene ribadito, soprattutto da Ratzinger, che i regimi più tremendi del Novecento, il nazismo e lo stalinismo, abbiano tratto la loro malvagità dal loro ateismo.

Il fatto che Hitler fosse credente o no è controverso. Ebbe momenti di fervido cristianesimo, come momenti di odio per la religione ufficiale (mai si pronunciò contro Cristo o Dio in quanto tali). E' però falso far passare la Germania come una nazione in mano ad un manipolo di atei manigoldi, ed è più corretto riferirsi ad essa come una nazione assai religiosa, nella quale la Chiesa giocò un ruolo importante per l'affermarsi del nazismo, come in Italia per il fascismo, d'altronde. Sembra che l'ossessione di Ratzinger per il "nazismo ateo" abbia più a che fare con i suoi trascorsi che con una vera storicità.

Per quanto riguarda Stalin, è certo che egli fosse ateo. E' altrettanto vero però che la "fede" nel comunismo dei suoi "adoratori" non discosta molto dalla fede religiosa, come testimoniano alcuni scritti agiografici, e le numerose immagini votive del dittatore sparse in ogni pubblico luogo.

Infine, esiste una morale laica, che non trae origine divina, ma parte da considerazioni di carattere etico, di ottima convivenza civile. Basti pensare alla tolleranza, di origine illuministica, o al senso della privacy, della privatezza, che le religioni non contemplano.

lunedì 10 agosto 2009

I giochi di carte mi garbano...

Una società danese, la Dema Games, ha recentemente lanciato un gioco di carte assai originale e interessante che ha fatto infuriare la Chiesa ed in particolare l'Opus Dei. Infatti il gioco si chiama "Opus-Dei: existence after religion". L'ambientazione è un futuro senza religione, i giocatori, che rappresentano "Zeitgeist" rivali, devono sfidarsi a colpi di razionalità per costruire un mondo etico, morale e significativo.
All'Opus Dei, che non è marchio registrato in Danimarca, la cosa non è andata giù.

Il gioco è acquistabile online, e credo proprio che spenderò il ragionevolissimo prezzo di 27 euro (compresa spedizione).

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mercoledì 22 luglio 2009

martedì 21 luglio 2009

Il vocabolario del complottista. Edizione riveduta.

Se vi è capitato di incontrare un complottista, e di non capire quel suo linguaggio strano, il glossario seguente può essere d'aiuto.

A
pertura mentale: di uso abbastanza comune nel complottista messo alle corde, l'assenza di A.m. è l'accusa di ripiego a chiunque rifiuti di credere a qualsiasi stramberia.
Debunker: il complottista chiama così colui che si dedica a sbufalare le teorie del complotto.
Disinformare (declinato o con il suo sostantivo): chiunque riveli la stupidità o le contraddizioni di una teoria del complotto qualsiasi, viene bollato disinformatore. D. è ritenuta la sua attività principale (vedi Foraggiato). La lista dei disinformatori viene tenuta costantemente aggiornata dall'eminenza grigia dei complottisti, e cresce a ritmo esponenziale. Si prevede che occuperà tutto lo spazio digitale disponibile entro il 21 - 12 - 2012, nota data della fine del mondo.
Doverosamente: tutte le azioni dei capi complottisti godono di questo attributo. D. fa sentire in colpa l'adepto complottista, che si sente stimolato ad attivarsi nel distribuire volantini, incatenarsi ad un palo qualsiasi, comporre dei numeri a caso nel telefono sperando di azzeccare il numero del telefono rosso del presidente del NWO (vedi Nuovo Ordine Mondiale) per dirgliene quattro, rompere le scatole alle autorità pubbliche, organizzare meeting e conferenze, comprare pacchi di libri tutti uguali, tranne il titolo e gli autori.
Erroneamente: avverbio usato nell'incipit dell'esposizione pacata di una comune teoria (vedi Logica tradizionale, la) che generalmente spiega tutto, in contrapposizione con "in realtà" (vedi Realtà, in), dove viene esposta una teoria che, sulla base di ipotesi non verificate che in genere implicano un qualche tipo di complotto, non spiega nessuno dei fenomeni che si vuol far credere siano strani, e/o impossibili, e/o non ancora verificati ma che si verificheranno molto presto, ma che per qualche motivo è vera (vedi Riteniamo).
Foraggiato: in luogo del più comune "Pagato" che non fa fico, l'aggettivo che si trova spesso accoppiato ad "Individuo" (vedi Individui), ritenuto essere pagato dal NWO (vedi Nuovo Ordine Mondiale), per spiegare la sua incessante attività di debunking (vedi Debunker).
Governativo: l'attributo g. è generalmente un peggiorativo con il significato sottinteso di oscuro, o nascosto. Ciò che è governativo, per il complottista, nasconde certamente un intento malvagio. Spesso associato ad un immaginario da film di spie americano.
Individui: detto di persone in genere nemiche di una qualsiasi teoria del complotto, al fine di assegnare loro un'identità losca, attraverso l'uso di aggettivi anche inconsueti (vedi Foraggiato).
Inquietante: tutto ciò che la mente di un complottista non arriva a capire viene definito i. (es. i motori presenti sotto le ali degli aerei, o le appendici portatelecamere degli elicotteri, o un cranio dalla forma strana, o anche la pizza margherita)
Livore: in luogo dei più comuni sinonimi, spesso caratterizza secondo il complottista l'atteggiamento persecutorio del Debunker (vedi Debunker), nei riguardi di una teoria del complotto e dei suoi principali sostenitori. A causa di manie di persecuzione, i complottisti ritengono che contro di loro ci sia il L. degli adepti del NWO (vedi Nuovo Ordine Mondiale).
Logica tradizionale, la: I complottisti ritengono che esistano vari tipi di logica, e che la L.T sia sbagliata. Questo deriva dal fatto che chiunque utilizzi la L.T. per giudicare le teorie del complotto non può che trovarle assurde, incredibili, ridicole, contraddittorie. La L.T. è ritenuta essere, dai debunkers, la peggiore nemica delle teorie del complotto.
Negazionisti: coloro che negano che una qualsiasi teoria del complotto possa essere vera, in riferimento anche ai negazionisti dell'olocausto, i quali probabilmente al contrario godono delle simpatie di alcuni complottisti (vedi Signoraggio).
Nodi vengono al pettine, i: la frase, ripetuta spesso dai complottisti, sta ad indicare un avvenimento imminente, come la fine del mondo, il risveglio della popolazione mondiale, l'arrivo degli alieni, o simili. Avvenimenti che puntualmente non si verificano mai, ma servono a tenere svegli gli adepti complottisti che rischiano di cadere in catatonia da overdose di palle.
Nuovo Ordine Mondiale: la fantomatica organizzazione che trama nell'ombra al fine di governare il mondo avvelenando la popolazione mondiale attraverso nanocosi alieni per trasformarla in zombie radiocomandati al servizio dei sionisti che in realtà rappresentano una razza aliena simile ai rettiliani ma che abita sul lato oscuro della luna sulla quale non siamo mai stati e s'incazza a bestia quando prendemmo dei campioni di roccia lunare tanto da muoverci guerra attraverso l'AIDS che in realtà non esiste.
Realtà, in: contrapposto a "Erroneamente" (vedi Erroneamente) e a "La logica tradizionale" (vedi Logica tradizionale, la), viene usato per introdurre la sconvolgente verità del complotto. tipicamente soltanto a pochi eletti, che hanno il dono della Logica alternativa, è consentito di venire a conoscere la sconvolgente verità
Ricercatore indipendente: chiunque sia in grado di sfruttare la creduloneria dei più per propinargli teorie assurde supportate da pseudoprove e farsi credere, magari guadagnando dei soldi.
Riteniamo probabile: l'atteggiamento condiscendente verso qualsiasi strampalata nuova teoria che spieghi un fenomeno inventato di sana pianta che è in contraddizione con il sistema autocontraddittorio di fenomeni inventati di sana pianta precedentemente viene espresso dalla semplice locuzione R.p.
il Sistema: il S. è l'attuale organizzazione mondiale studiata appositamente per impedire ai ricercatori indipendenti (vedi Ricercatore indipendente) di svelare la verità.
Ufficiale: associato ad una qualsiasi branca della scienza (ad es. Medicina U.) è utilizzato dal complottista per screditare gli scienziati esperti nella branca scientifica in questione. Spesso nella stessa frase di ufficiale compare il termine "fallimento".

sabato 20 giugno 2009

Intervista a radio radicale.

Tempo fa scrissi un articolo sui risultati della commissione di inchiesta irlandese riguardo il sistema di accoglienza dei minori abbandonati ad opera delle congregazioni religiose, e le violenze perpetrate. A tal proposito sono stato intervistato da radio radicale.

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venerdì 19 giugno 2009

Referendum perifrasticamente passivo?

Non ho mai mancato ad una chiamata elettorale dacché sono stato abile giuridicamente nell'esprimermi. Né un referendum, né un ballottaggio. Per una certa perversione morale che mi regola, e che si fonda su pochi ragionevoli assiomi. Nunc quaerendum est referendum.

I quesiti sono pochi e piuttosto corti ed all'apparenza innocui.
1 - Abrogare la possibilità per le liste di coalizzarsi al fine di ottenere il premio di maggioranza alla camera dei deputati. Il premio di maggioranza andrà invece assegnato alla lista di "maggiore minoranza."
2 - lo stesso, per il senato. Regionalmente parlando.
3 - Abrogare la possibilità che un candidato possa presentarsi in più circoscrizioni.

Tralasciando la ragionevolezza del terzo quesito, i primi due possono generare diverse situazioni:
1 - un partito è sicuro di essere il primo partito del paese, si fa la sua lista, si governa l'Italia come gli pare. Questo è possibile anche con l'attuale legge elettorale. Se il PDL avesse voluto, avrebbe potuto "andare da solo" e pigliarsi il premio di maggioranza in coalizione con sé stesso.
2 - un partito non è sicuro del risultato elettorale, ed è costretto a fare delle liste miste con altri partiti per pigliare il premio di maggioranza, ovvero come travestire le coalizioni con contorno di azzuffata candidatizia della peggior specie.

In ogni caso, non cambierà quasi nulla della legge elettorale attuale, che vedrà abrogata la possibilità di coalizioni, che rientreranno sotto forma di liste se necessario, e comunque genererà un parlamento che non riflette il voto popolare. Quelli della tivù dicono "sistema maggioritario". Il fatto che non rappresenti il voto lo chiamano "governabilità".

A questo punto uno dovrebbe decidere se votare sì o no. Beh, io voterei no/no/sì, se valesse la pena sacrificare uno dei miei ragionevoli assiomi, ovvero l'edonismo, a favore del più alto senso dello stato, altro ragionevole assioma. In questo caso, però, il secondo la perde alla grande contro il primo, ed è la prima e spero l'ultima volta.
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giovedì 11 giugno 2009

Serracchiani, purché sia..



La Serracchiani ha preso un sacco di voti, più di Bossi e Berlusconi. La Serracchiani va di moda. La Serracchiani dice che c'è bisogno di una leadership e di una sintesi, nel piddì, che altrimenti gli altri votano Di Pietro, o peggio la Lega. E giù applausi. Dice, come nel caso Englaro, sì la libertà di coscienza, ma alla maggioranza il giusto riconoscimento.

La Serracchiani ha un sacco di idee: idee per la sicurezza (il giusto equilibrio), per l'ambiente (lo sviluppo sostenibile!), idee per il territorio (l'euroregione), idee per il lavoro (bisogna che la gente lavori!). Sono proprio un sacchissimo di idee. Sono tipo quasi 100 righe di idee, scritto largo.

E poi è donna vuoi mettere, donna e pure giovane, e manco brutta. Vuoi mettere. Il nuovo che avanza ci piace un sacco.

La Serracchiani ha fatto il discorso a Uòlter, e mò è parlamentare europea. Giovane, fresca e figa. Domani vado a scrivermi ai pacchi di raiuno, che magari divento pure io giovane fresco e figo, o anche - magari - segretario del piddì.


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mercoledì 10 giugno 2009

Europeisti?

Molti dicono che l'Europa, per usare un eufemismo, non serve a un cazzo. Uno oggi in tivvù ha detto, un politologo o giù di lì, che le elezioni europee sono un enorme sondaggio. Enorme, per chi non l'avesse capito, stava per costosissimo.

Beh, da un certo punto di vista, l'Europa è un aggeggio che raccatta soldi per ridistribuirli in giro a cazzo. I metafisici "fondi europei", tra cui i FAS. Ogni tanto si lamenta di qualcosa che non va bene, ci fa una multa, e poi tace per un po'. Si fa difficoltà a sentirsi italiani, figuriamoci europei.

Stavo ad un dibattito sul nucleare un po' di tempo fa. C'era un gentile professore, ingegnere nucleare, che sosteneva le ragioni dell'energia atomica. Poca massa, tanta energia. E=mc^2. Allora gli ho chiesto: "Ma lei, quando pensa ad un'Italia nucleare, pensa anche ad un ciclo industriale del combustibile, e ritiene che questo la renderà indipendente energeticamente?"
Lui candidamente: "l'indipendenza energetica è una chimera, il mercato dell'energia deve diventare mondiale, bisogna che si smetta di pensare a nazioni autosufficienti. Alla peggio, tocca diversificare il più possibile e sperare in bene".

Appunto dico io, l'Europa. Siamo arrivati al punto che le nazioni non decidono più nulla, perché se toppa Wall Street, toppa tutto il mondo. La reazione più logica sarebbe mettersi insieme tutti, cominciando dall'Europa, e darsi un governo globale, per completare la globalizzazione economica che è già un fatto.

Alla fine della fiera, al contrario, chi vince sono gli "euroscettici", quelli che pensano che rintanarsi in casa e sbarrare la porta sia la soluzione migliore. Mi ricordano quegli sciroccati americani che si costruiscono un rifugio antiatomico con tanto di provviste, filtraggio dell'aria e armi a volontà, aspettando che la storia li liberi dal fastidio di convivere col resto dell'umanità.

C'è da esser stupidi davvero, a pensar così, invece di aver le palle d'affrontare il mondo e plasmarlo al meglio, nella maniera più efficiente. Parlare di nazioni è una roba medievale, molto romantica, ma una vera bufala. Se chi comanda è la moneta, l'economia, e l'economia non sta a guardare le frontiere, mi spiegate dove stanno le nazioni?

Qualche cristo sperso ha detto qualcosa a riguardo durante la campagna elettorale? Se sì, io me lo sono perso.

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venerdì 22 maggio 2009

L'articolo sul documento della commissione d'inchiesta irlandese sui "preti pedofili"

Torno a scrivere un post velocissimo per segnalare il mio articolo su The Populi, riguardo i casi di pedofilia endemica nelle strutture di accoglienza di minori gestite da religiosi in Irlanda. Lo trovate qui: http://www.thepopuli.com/2009/05/la-pedofilia-in-irlanda-tutti-gli-abusi-del-clero/

venerdì 8 maggio 2009

Son soddisfazioni...

Tenere un blogghettino spiaccicato sulla periferia dell'immensa blogosfera, una piccolissima increspatura nel mare della rete, può essere in qualche maniera frustrante. E' per questo che nascono e muoiono in un respiro numerosi blog, animati prima da buonissime intenzioni, ed assassinati poi dalla crudeltà del contatore visite. E' la selezione casuale, che magari tiene vivi dei blog inutili e fastidiosi, per via dell'esasperato attivismo dei proprietari.

Questo bloggaccio qua è ancora vivo, e qualche soddisfazione la dà: spulciando le statistiche google, m'accorgo che un centinaio di persone al mese arrivano qua cercando robe relative a Simoncini e al bicarbonato in varie maniere. In tre mesi fanno 300 persone. Se solo 3 di queste persone che stavano cercando un'alternativa di cura ad un loro problema, o a quello di loro famigliari, hanno desistito per via delle due cose che ho scritto a riguardo, beh, è un'enorme soddisfazione.

giovedì 7 maggio 2009

Maroni:

"I clandestini non arrivano sul territorio nazionale ma vengono respinti alla frontiera, valutare le richieste di asilo non è quindi compito del governo italiano"
occhebbell raggionamento!

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Paradossalmente...

Come sappiamo, il cav. Silvio Berlusconi è nel bel mezzo di una crisi familiare, condita in salsa politica, con contorno di religiosità. Passando ad assaporare il contorno, mi è venuta in mente una curiosità. Sappiamo che il quotidiano dei vescovi si è espresso con veemenza sulla vicenda, criticando duramente il presidente. Eppure se egli divorziasse, la congregazione per la dottrina della fede ci fa sapere che rientrerebbe a pieno titolo in possesso del diritto di gustare la carne del redento.

"Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio e perciò non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione"

Il rinato cattolico non dovrebbe dunque più fermare la mano del vescovo nell'atto di porgergli la comunione.

Ringraziando l'anonimo ne l'Oracolo di Wikipedia in italiano, per il suggerimento, e RobertoReggi per la risposta.

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martedì 5 maggio 2009

Il papa: "il mondo non ascolta i preti"

copyleft GNU



Il papa, ordinando alcuni presbiteri, ha espresso la sua preoccupazione per la scarsa attenzione che il mondo presta al messaggio della Chiesa, dove per Chiesa egli intende gerarchia vaticana.
il "mondo" – nell’accezione giovannea del termine – non capisce il cristiano, non capisce i ministri del Vangelo. Un po’ perché di fatto non conosce Dio, e un po’ perché non vuole conoscerlo. Il mondo non vuole conoscere Dio, per non essere disturbato dalla sua volontà e perciò non vuole ascoltare i suoi ministri; questo potrebbe metterlo in crisi.

Pur disponendo dunque di enormi spazi mediatici, Benedetto XVI considera il messaggio della Chiesa ancora poco incisivo nella mondanità, accorgendo in questa una progressiva profanizzazione e, secondo lui, perdita di valori. Ricordo che la presenza delle gerarchie vaticane in televisione supera di gran lunga numerose altre istituzioni anche importantissime, come la presidenza della Repubblica, ad esempio.

A proposito leggevo uno splendido libretto di Stefano Rodotà, "Perché Laico", edito da Laterza e venduto al prezzo di 15 € - mai soldi meglio spesi - nel quale si affronta in maniera illuminata fra i tanti il problema della considerazione che un paese laico deve concedere agli interventi ed alle rivendicazioni religiose, ed in particolare a quelle più influenti, ovvero quelle vaticane.
[L'eccezione italiana] trova rinnovate e fortissime radici nel fatto che la gerarchia vaticana dichiara esplicitamente di considerare l'Italia terra di missione, base territoriale dalla quale ripartire per una nuova reconquista (corsivo nel testo n.d.A.) di un mondo che si è venuto progressivamente scristianizzando proprio in un tempo in cui la religiosità conosce un inedito rilancio.

Stefano Rodotà, Perché Laico, pg. 16

Ed è infatti vero che sebbene il messaggio cattolico ortodosso, per chiamarlo così, abbia perso gran parte della sua forza, non è lo stesso per il bisogno religioso in genere, motivo per cui sempre più spesso si è di fronte a religioni "fai da te", assemblate variamente con credenze recuperate qua e là, come le pratiche new age, l'omeopatia, l'astrologia, e via dicendo (le scie chimiche, il complotto del signoraggio, quello dell'11 settembre, gli alieni, nibiru, i maya e il 2012, le cure "naturali" . . .).
... dietro la critica a un'inesistente pretesa di ricacciare la religione nella sfera privata, si affaccia la richiesta imperativa di fare del cattolicesimo la sola religione civile

ibidem, pagine successive

Le istanze religiose infatti, in un paese laico, non devono godere che dei medesimi privilegi che si riservano ai contributi filosofici, artistici e letterari al dibattito democratico. Non si può pensare ad una sorta di autorità morale che collochi i principi religiosi prima di tutto.
Ora, in Italia, si manifesta concretamente il rischio di un allineamento a un "indirizzo etico dominante", di cui la Chiesa sarebbe unica depositaria. Non é un caso che, nelle discussioni pubbliche, quando si devono individuare principi di riferimento, i richiami alle encicliche dei pontefici sempre più spesso oscurino o cancellino del tutto quelli agli articoli della Costituzione.

ibidem, pag successive

L'unica soluzione possibile a questo conflitto si trova nella pari dignità, come già detto, di tutte i contributi sociali al dibattito civile.

E' forse più vero che il messaggio delle gerarchie vaticane è antiquato e superato, non solo rispetto al mondo ed alle innovazioni tecnologiche, ma anche e soprattutto rispetto alle stesse istanze della Chiesa cattolica, ovvero dei fedeli che la compongono. La fossilizzazione delle gerarchie al messaggio evangelico così come fu rielaborato nei secoli, introducendo incomprensibili dogmi in esso, piuttosto che una necessaria attualizzazione, non può che condurre ad una perdita di significato dello stesso in un mondo ove oggi è possibile riprodurre la vita in laboratorio, come anche distruggerla tutta in un sol colpo. In un mondo dove la tecnologia ha concesso una sorta di potere divino all'uomo, la religione deve saper intervenire nel dibattito pubblico in maniera radicalmente diversa.
[...] dal mondo dei laici non vengono soltanto critiche o ripulse di fronte a usi troppo mondani della fede, ma anche domande che riguardano il modo in cui la Chiesa guarda sé stessa e si definisce rispetto al Vangelo. Non sono tentativi obliqui per ricacciare la fede nel privato e la Chiesa nelle sagrestie, come troppo spesso e con nessun rispetto della realtà si continua a dire da parte dei vertici delle gerarchie ecclesiastiche. Vi è, al contrario, il riconoscimento e la sollecitazione di una presenza nel discorso pubblico che non metta tra parentesi il contributo profondo che la religione può dare.

ibidem, pag. 8

immagine rielaborata rilasciata sotto licenza copyleft GNU - testo completo della licenza, link all'immagine originale.

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lunedì 4 maggio 2009

Eh no ciccio!

immagine protetta da copyright

Abbiamo sentito la querelle tra Berlusconi Silvio e la signora Veronica Lario, piuttosto seccata dalla propensione al gentil sesso del marito, che non manca mai di confermare. Devo dire che al principio avrei pure dato ragione al marito, ovvero in condizioni normali sarebbe ovvio considerarli fatti privati, o quantomeno politicamente assai poco rilevanti.

A questo punto però Matteo Bordone mi ha ricordato una cosa, ovvero che lo stesso Silvio Berlusconi qualche tempo fa ci mandò un simpaticissimo presente, ovvero un libro illustrato sulla sua vita "privata", dal bel titolo "Una storia italiana", nel quale ricordava le sue virtù familiari. Cominciava con un:
IL CARATTERE E LE PASSIONI
Chi è veramente il leader di Forza Italia, come vive l’uomo che vuole cambiare il Paese? Abbiamo ripercorso la sua vicenda umana, dall’infanzia milanese al liceo dei Padri Salesiani. E poi, l’università, il lavoro, le sfide e le vittorie. Ma, soprattutto, vi raccontiamo gli affetti, le passioni, le amicizie, gli amori di Silvio Berlusconi.

E continuava liberamente decantando le virtù familiari del premier, che da buon padre di famiglia non poteva che essere un buon re per il nostro popolino.
Ora il buon padre di famiglia, paladino dei valori cattolici, si trova di fronte al pubblico interesse per il suo divorzio, ed ora invoca il diritto alla privatezza? Ma come, lui che ha radicato la sua reputazione pubblica sulla capacità taumaturgica di sanare qualsiasi dissidio ed affrontare qualsiasi problema per infine giungere ad una radiosa soluzione, ritiene poco corretto che si parli di lui, quando poco tempo fa però si pubblicizzava dicendo:
Silvio Berlusconi ha sempre avuto un culto per la famiglia e dedica alla famiglia tutto il tempo che riesce a sottrarre al lavoro.

Eh no, ciccio! Così è troppo facile.

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martedì 28 aprile 2009

Un po' di sana logica

immagina sotto licenza GNU FDL 1.2 - fuel dump and burn di un F111
La logica è un potente strumento di discernimento razionale, che si poggia su una serie di principi, come quello di non contraddizione o quello di inferenza, e tramite un'affermazione ritenuta vera, è in grado di giudicare vere tutte una serie di affermazioni derivate. Questo potente strumento, se usato intelligentemente, permette inoltre di procedere "per absurdum" e tramite la falsificazione di una affermazione, affermare la sua negazione.

Esiste un movimento chiamato dai suoi detrattori "sciachimismo", che afferma contro ogni evidenza che le bianche scia di condensa che vediamo in cielo di quando in quando siano frutto di un segretissimo complotto sotto gli occhi di tutti al fine di avvelenare la popolazione mondiale, controllare il clima e far crescere più velocemente alcune unghie delle dita piuttosto che altre.

Adepti di questo movimento si sono trovati a riprendere con una videocamera un fuel dumping sopra i cieli di Torino, ovvero una procedura di emergenza che si effettua in caso di rientro prematuro all'aeroporto, tesa a scaricare tutto il peso di carburante possibile per effettuare un atterraggio più agevole. Ecco il filmato:


Come si può agevolmente verificare, si tratta di un boeing 767-300 che effettua questa procedura, a quote piuttosto basse. Simone Angioini nel suo blog ha trattato l'argomento dal punto di vista della ricerca empirica (andare a vedere se e quando in quel momento su quella porzione di cielo fosse presente un B767-300 in emergenza, e guarda caso ce n'era uno della Delta airlines partito da Malpensa e diretto ad Atlanta con fumo in cabina.)

A me interessa trattare la questione attraverso la logica. Gli sciachimisti affermano che quella è "the ULTIMATE evidence" (copio da un commento su youtube) delle scie chimiche. D'altra parte se le scie chimiche si presentano in quella maniera, allora tutte le scie di cui infestano il web che non hanno quelle caratteristiche sono scie di condensa. Dunque l'irrorazione chimica è rarissima. Oppure gli "spruzzatori" di quel boeing sono diversi, proprio su un volo a bassa quota facilmente avvistabile, guarda caso. Ma quelle scie partono direttamente dall'ala, mentre quasi tutte le altre scie diventano visibili a una qualche distanza dai motori. Dunque o quella non è un'irrorazione chimica e lo sono tutte le altre, e dunque gli sciachimisti dovrebbero precipitarsi ad affermare che quello è sì un fuel dumping, oppure solo i fuel dumping sono scie chimiche, e dovrebbero smettere di indicare scie con altre caratteristiche come scie chimiche. Sta a loro decidere, la logica non lascia spazio a discussioni.
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lunedì 27 aprile 2009

A hard rain's a-gonna fall

immagine protetta da copyright integrale
In questi giorni succedono cose strane. Non che gli altri giorni siano normali in questo mondo qua, però in questi giorni succede tipo più spesso. Succede ad esempio che Vespa, memore della lezione evangelica di Luca (6, 39:42), parla di sciacallaggio giornalistico; succede che non si può parlare - che novità - di sesso in tv; succede che il papa, citando Marx, dimostra che insegnare la religione cattolica a scuola è segno di laicità positiva - santa pazienza - e succede che il ministro preposto gli dà corda, mentre i tedeschi snobbano la religione preferendole l'ora di etica.

Viviamo sotto la minaccia della febbre suina, che sembra tipo una febbre pericolosissima che ucciderà tutta l'umanità a breve, magari mentre siamo lì a mangiare una bistecca al sangue, mentre la gente muore quotidianamente di infarto o appiccicata a qualche guard rail mentre ritorna a casa - saturday night swine fever. Insomma succede che uno non sa più molto bene quanto deve preoccuparsi per cosa, e se sta guardando un'enorme satira della vita oppure è soltanto un po' sciroccato lui, che pensa le cose al contrario di come dovrebbero andare, e per fortuna che c'è Porta a Porta ogni sera a ricordatelo, che sei proprio sciroccato forte intendo.

La Montalcini da Fazio non ha avuto il coraggio d'essere ottimista fino in fondo, ha preferito la speranza nella zona neocorticale del cervello, in quella che ci dovrebbe far ragionare sulle robe, almeno ogni tanto. Che in effetti poi uno dovrebbe dar retta a quel tipo dei jeans diesel che ha detto che lui è giovanefrescoefigo, tutta una parola, e che lui cazzo no che non li farebbe votare quei rinsecchiti dei senatori a vita, e che al limite i jeans vanno portati stretti alla caviglia senza calzini e con le ciabatte, anche con il diluvio fuori, e giù applausi.

p.s. sono pure le 2.14, di notte intendo.

venerdì 24 aprile 2009

Il rasoio di Occam va affilato


Qualche tempo fa (il 3 settembre 2006) ci fu un certo clamore per un oggetto non identificato avvistato e fotografato dal comandante Vincenzo Garofalo, pilota di linea. L'immagine è quella che vedete a sinistra. L'ingrandimento dell'oggetto questo:

Qualcuno si è tolto il distrurbo di fare qualche ricerca, e per esempio notare un giocattolino della disney, come questo:che ingrandito e ruotato (confrontato con quello della foto) diventa questo:


Ipotesi 1: il comandante ha fotografato un giocattolo della disney tirato in aria spacciandolo per UFO.
Ipotesi 2: La disney è in possesso di segretissimi disegni di dischi volanti superavanzati e li usa per disegnare i suoi giocattoli.

Se l'ipotesi 2 vi sembra la più probabile, il consiglio è di fare un salto dall'arrotino.

lunedì 13 aprile 2009

Un altro paio di cose sul terremoto

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Berlusconi ha detto ai politici di non presentarsi a L'Aquila, di evitare la pubblicità e non dar fastidio ai soccorsi. Subito dopo ha annunciato il prossimo consiglio dei ministri a L'Aquila, durante la sua visita a L'Aquila. Questa sì che è coerenza.

Nel frattempo Annozero ha provato a criticare l'organizzazione dei soccorsi e la mancanza di strutture di pronto soccorso in loco, e subito è partita la furia censorofila. Spicca la dichiarazione di Mauro Masi (dg RAI), secondo il quale in Rai non ci devono essere "zone franche", alla faccia della libera informazione.

Basta, non volevo dire altro.

venerdì 10 aprile 2009

Terremoti umani

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Si può chiacchierare quanto si vuole sulla previsione dei terremoti, quello che per ora sappiamo è che la terra trema, rilascia energia, ogni tanto, di più in alcune zone, di meno in altre. Lo sanno tutti. Dopodiché la scimmia sull'albero se ne preoccupa poco, noi che ci siamo costruiti dei gusci di cemento dove vivere ce ne preoccupiamo un po' di più. C'è che si interroga sulla natura divina delle disgrazie umane, chi ringrazia l'Altissimo perché la madonnina di Onna è rimasta in piedi, chi si ritiene miracolato di essere ancora vivo, come se fosse più meritevole degli altri che sono morti, chi si appella alla settimana santa e alla passione di Cristo.

La questione è una: il terremoto è un fatto naturale; leopardianamente, alla natura non frega un cazzo se noi vogliamo abitare in case di cemento piuttosto che sotto una capanna di paglia. La terra trema perché la crosta si muove, genera tensioni che prima o poi rilascia, che a noi piaccia o no. Funziona così. Nessun mistero della fede.

Detto questo, sarebbe ora che la smettessimo di vivere come il cavernicolo che guarda al fulmine e s'interroga sul divino, e piange gli dei perché la siccità gli rovina il raccolto. La natura se ne frega. Ebbene perché si può, bisogna vivere controllando la natura nelle sue manifestazioni controllabili - c'è la siccità, faccio l'irrigazione naturale; mi infestano dei batteri cattivi, li ammazzo con la penicillina - ed assecondarla nelle sue manifestazioni incontrollabili .Inondazioni? purché io non mi ci trovi nel mezzo. Terremoti? facciamo ballare la casa insieme alla terra, senza che debba per forza cascarci in testa.

Le chiacchiere lasciamole ai creduloni, che rimarranno ogni volta a bocca aperta di fronte ad ogni fenomeno naturale un pochino più raro del quotidiano. La terra trema, si sa. Che si debba ancora morire per questo è una roba da lasciarsi alle spalle.

giovedì 26 marzo 2009

Cecità civile


La legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento va avanti. Approvata al senato, la legge peggiora anche su quelle pochissime e quasi insignificanti conquiste che si erano ottenute. La legge, come ricordò Rodotà, è una legge truffa. Prima di questa legge il testamento biologico aveva un valore legale, ora non lo ha più. Dunque non lo si regolamenta, lo si vieta de facto. Qualunque siano le vostre volontà sulla vostra propria vita, esse non sono vincolanti. Potranno essere disattese. Quando la cecità civile colpisce su questioni così gravi, non si può restare in silenzio. L'impianto terrificante della legge Calabrò ha un che di spaventevole sin dalle prime parole. Si definisce la vita indisponibile. Il cittadino non può disporre più della propria vita come meglio crede. Chi altri può? In questo caso lo Stato, che si fa totalitario alla faccia della cultura "liberale", che abdica ad una cieca propaganda pseudo-cattolica additando gli avversari come "partito della morte". Il nostro paese sta sprofondando sempre più a fondo, la nostra classe politica si boria del suo operato, celebra con gaudio la morte della civiltà laica e liberale. Il referendum non lascia molte speranze, rimasto strumento di nicchia, quasi esercizio di snobismo. Auguri, serva Italia, ostello di vari dolori, primo dei quali l'inciviltà.

Ancora bufale

Di assurdità sull'attentato dell'11 settembre se ne sono dette tante. Colgo l'occasione per ricelebrarne una che mi è fresca fresca riarrivata su Facebook. Il testo della catena fa così:

$$$$$$$$ATTENZIONE$$$$$$$$$
1) New York City ha 11 lettere.

2) Afghanistan ha 11 lettere

3) Ramsin Yuseb (il terrorista che minacciò di distruggere le Torri Gemellle nel 1993) ha 11 lettere.

4) George W Bush ha 11 lettere. Questo può essere pura coincidenza, però ora la cosa si fa più interessante

1) New York è lo stato numero 11.
2) Il primo aereo che si schiantò contro le Torri Gemelle fu il volo numero 11.
3) il volo numero 11 aveva 92 passeggeri. 9 +2 = 11
4)Anche il volo numero 77 si schiantò contro le T Gemelle, e portava 65 passeggeri. 6+5 = 11
5) La tragedia accadde l' 11 Settembre, o meglio: 9/11. 9+1+1=11
6) Il giorno è uguale al numero di emergenza della polizia negli Stati Uniti 911. 9+1+1=11.
Pura coincidenza??? Continua a leggere...

1) Il numero totale di vittime in tutti gli aerei fu
di 254. 2+5+4= 11.
2) L'11 Settembre è il giorno 254 del calendario. Di nuovo 2+5+4=11.
3) Le esplosioni di Madrid accaddero il giorno 3/11/2004. 3+1+1+2+4= 11.
4) La tragedia di Madrid accadde 911 giorni dopo l' incidente delle Torri Gemelle 9+1+1=11....
Ora è quando la cosa si fa più misteriosa.
Uno dei simboli più conosciuti degli Stati Uniti,
dopo le stelle e le strisce, è l' Aquila.
La seguente strofa è tratta dal Corano, il libro sacro Islamico 'Perchè è stato scritto che il figlio dell' Arabia sveglierà una terribile Aquila. La forza dell' Aquila si sentirá in tutte le terre di Allah, mentre alcune persone tremeranno di disperazione però in fondo si rallegreranno: perchè la forza dell' Aquila pulirá le terre di Allah e ci sarà pace .'
Questa strofa è la numero 9.11 del Corano.
Ancora non sei convinto....?!
Fai questo e poi me lo dici:
Apri Microsoft Word e:
1. Scrivi maiuscolo Q33 NY . Questo è il numero di
volo del primo aereo che si schiantó contro le Torri Gemelle.
2. Cambia la dimensione del carattere a 48.
3. Cambia il carattere a WINGDINGS.
E ORA CHE PENSI?!?!!?
Impressionante vero?? ti consiglio di entrare nel microsoft word e verifica quello che succede... Impressionante...

Impressionante? Bah, intanto basta vedere che al punto 2 della seconda serie si dice che il primo volo a schiantarsi fu il numero 11, e non, come si dice dopo, il numero Q33 NY, che è invece inventato di sana pianta per far tornare il giochino con i wingdings. In secondo luogo una veloce ricerca su internet ci dice che la sura 9.11 non recita assolutamente quelle parole, bensì:
""Se poi si pentono, eseguono l’orazione e pagano la decima, siano vostri fratelli nella religione. Così esponiamo chiaramente i Nostri segni per gente che comprende" che ovviamente non facevano al caso del burlone. Alcune altre informazioni sono pure false, per far tornare i numeri, come alcuni numeri di passeggeri. Il nome del terrorista preso non è quello dei terroristi dell'attentato, nessuno dei quali ha 11 lettere nel nome. Inoltre la trascrizione scelta è una delle meno comuni, proprio per far tornare 11. Potrei continuare. Lo fa Attivissimo nel suo blog tempo fa.

mercoledì 18 marzo 2009

Sano post ateo: i froci

dedicato a papa Ratzinger, con tanti auguri
Nell'immagine Vespa in una riuscita imitazione: notate i nei blu.

Stasera a Porta a Porta si è tenuto un convegno di livello sull'argomento "Povia e i froci". Tra gli ospiti Buttiglione, noto per la sua cultura progressista, un tipo che curava gli omosessuali e si definiva psicoterapeuta, un tale della Lega che a guardarlo avresti detto rappresentava l'arci gay, ma a sentirlo avresti detto rappresentava le idee civili del circolo bocciofila di Bergamo nord, e Povia, il cantante impegnato, dalla parte dei buoni. Dalla parte dei cattivi c'erano Grillini, la Pollastrini (e qui finiscono le imitazioni di animali), la Gerini (gran donna), un maschio che mi è sfuggito perché guardavo la Gerini (e non ha spiccicato parola, o forse sono io a non averlo sentito, sempre per la Gerini), e un altro tipo sessuologo che ho rimosso perché per me la parola sessuologo non si declina al maschile, e credo la Crusca sarà d'accordo. Insomma si parlava di froci e se sono malati, e se possono guarire, e come. Un po' come parlare di fusione nucleare a "l'albero azzurro", con Dodò nella parte di Vespa. Una volta stabilito che i froci sono deviati e si possono curare, con parere definitivo di Povia nella parte del genetista e Buttiglione rubicondo, che sorrideva forse dopo qualche grappa di troppo, a dire che alla fine sì, la scienza, ma è relativa perché degli scienziati non è che ci si può fidare se dicono delle cose assurde tipo che i froci non sono malati, si è passati a parlare di diritti civili e coppie di fatto. Vespa legge qualche notizia scandalosa tipo due maschi froci che hanno fatto un bambino negli Stati Uniti affittando un utero, poveracci quei bambini si sente in dovere di aggiungere; Grillini avrebbe dovuto vestirsi da Mohicano e rinchiudersi in una riserva, ma insiste nel rendersi antipatico al volgo plaudente e gaudente. Menzione d'onore per la Gerini, l'unica con un po' di senso della realtà. Finisco mentre Marzullo in tivù mi augura un buon nuovo giorno, il che vuol dire che sarà un giorno di merda.

martedì 17 marzo 2009

il dottor Tullio Simoncini cura il cancro con il bicarbonato?

Tornando a scrivere di cose serie, per spirito di informazione avevo deciso tempo addietro di diffondere anch'io nel mio piccolo un po' di consapevolezza riguardo le numerose e miracolose cure per il cancro che sarebbero in ogni maniera osteggiate dalle lobby delle case farmaceutiche. Ho già trattato del caso CellAdam, mi preme ora scrivere, per non sprecare la buona indicizzazione del sito che mi trovo ad avere su Google, del caso del dottor Tullio Simoncini, sperando di essere utile a qualche malato che altrimenti potrebbe essere tratto in inganno e truffato. Riprendo in parte un articolo di WeeWee, che nel suo blog si occupa estesamente dei casi trattati dall'ex medico.

Il dottor Tullio Simoncini è un ex medico romano, convinto del fatto che "il cancro" sia provocato da un fungo, la candida albicans, e come tale deve essere trattato, attraverso la somministrazione di bicarbonato di sodio e tintura di iodio. Lontano dallo sperimentare e dimostrare questa sua teoria secondo protocolli clinici standard, ha invece tentato di curare alcuni pazienti affetti da tumore con il bicarbonato. Per aver provocato la morte di un paziente, in seguito ad una lacerazione dell'intestino dopo iniezioni di bicarbonato, è stato condannato in primo grado per omicidio colposo; l'iter giudiziario si è interrotto grazie all'indulto votato da tutto il nostro parlamento, ad eccezione dell'IDV e della Lega Nord.
Per gli altri casi è stato condannato per truffa, poiché non si è potuto correlare con certezza il decesso delle vittime della truffa all'applicazione di bicarbonato, invece che al decorso naturale del male.

Dopo essere stato radiato dall'ordine dei medici, Simoncini usa la rete per pubblicizzare la sua attività e le sue teorie, anche invitando i pazienti alla cura "fai da te". Lo stesso Simoncini si è guardato bene dal motivare la sua teoria in qualsiasi modo plausibile, come si può verificare dal suo stesso sito; per di più non esistono casi documentati di guarigione secondo il metodo Simoncini, esistono invece dei casi che lui spaccia per risolti con il suo metodo, ma che si sono rivelati delle vere e proprie manipolazioni. Ad esempio il caso di Lorna affetta da tumore vescicale, qui descritto.

Di fronte a manipolazioni anche grossonale, si può capire come nessuno, malato o parente di malati, debba concedere un briciolo di fiducia a queste persone, e piuttosto evitare di affidarsi ai sentimenti. Usare la testa, documentarsi e diffidare di ogni genere di grido al miracolo.

lunedì 16 marzo 2009

747 e Luna Piena

dedicato ad Arturo

Facciamo un po' di conti (vedi articolo precedente):

la luna ha un diametro di circa 3500 km, ed è ad una distanza dalla terra di circa 385.000 km:uhm, forse è troppo difficile per gli sciachimisti: risolvo...
i triangoli sono simili, per cui vale:
D/L=d/h
dove D è il diametro lunare, L la distanza terra luna, d la lunghezza di un B747, h la distanza del 747 dall'osservatore, se le figure sono apparentemente coincidenti.

Facendo i conti si trova che ad h=7700 m un B747 è grande quanto la luna piena. Mentre a 10000m è grande i 4/5 della luna piena circa (il 747 coincide con una circonferenza di D1=4/5D).

Come si fa dunque a fare i conti se si ha una macchina fotografica qualsiasi e si vuole sapere a che distanza siamo dall'oggetto fotografato, note le dimensioni? Facile, anche senza telemetri a raggi laser (o a telecamere infrarosse?).
  1. fotografare la luna ad una lunghezza focale nota (convenientemente la massima)
  2. fotografare dunque l'aereo alla lunghezza focale medesima con la stessa macchina, e la stessa risoluzione di pixel
  3. sovrapporre le immagini in un programma di grafica, e calcolare il rapporto fra la lunghezza dell'aereo e le dimensioni lunari (rapporto che chiamo r).
  4. riconoscere il modello d'aereo, e cercare la lunghezza di fusoliera, o l'apertura alare a seconda della foto
  5. Se le immagini sono coincidenti, vale la relazione di sopra D/L=d/h, altrimenti scalare opportunamente. Ad esempio, se l'aereo è la metà della luna, vale D/2L=d/h e via di seguito. Insomma vale R/L = d/h, dove R=D*r (vedi punto 3).


Ridicolo più che mai

Argomento: scie chimiche. Per chi non conoscesse la storia, gli "sciachimisti" sono per la maggior parte una cricca di sciroccati che sostengono che gli aerei rilascino scie chimiche nel cielo per avvelenarci tutti, oppure coprire le comunicazioni radio, oppure amplificarle, oppure modificare il clima, insomma (secondo i più sciroccati fra tutti) con il fine ultimo di generare una stirpe di umani androidi telecomandati da utilizzare per i più svariati scopi, magari anche al servizio di alieni, oppure per combattere gli alieni.

Alla banale risposta che quelle scie che vediamo sono in realtà banali scie di condensa derivanti dall'acqua che ogni motore butta in atmosfera, che sommata all'umidità a basse temperature condensa in goccioline d'acqua e solidifica in cristalli di ghiaccio (oppure trecce di berenice sulle quali non mi dilungo) questi dicono che non è possibile perché loro hanno letto da qualche parte in un articolo divulgativo che le scie di condensa non possono formarsi sotto gli 8.000 metri e con meno del 70% di umidità relativa (cosa assolutamente falsa e ridicola, perché la condensazione dipende da una combinazione opportuna di pressione, temperatura ed umidità), e loro dicono che invece gli aerei che loro vedono sono a bassa quota e rilasciano delle scie. Da qui i loro disperati tentativi di mostrare aerei a bassa quota rilasciare scie, rivelatisi perlopiù tarocchi o tragicomiche. In relazione a questi tentativi, con infinita pazienza, Gianni Comoretto in base a semplici conti trigonometrici ha spiegato che un 747 a 10.000 metri è grande quasi quanto la luna piena, e dunque che non si meravigliassero di vedere un aereo abbastanza grande anche a quote di crociera. A questo punto qui:

Commento di pi61:

ecco il boeing 747 che a 10.000 m è grande quanto la luna piena.
ECCOLO QUI

della serie non sanno più che inventarsi...

By Blogger pi61, at 16 marzo, 2009 22:07


Risponde Straker:
In foto è una cosa e ad occhio nudo è un'altra. Infatti il teleobiettivo è fatto apposta per ingrandire gli oggetti, come nella foto. Poi vorrei sapere da Comoretto come può definire la quota del suo 747 a 10.000 metri. A spanne? Ad occhio? Col telemetro? Con i superpoteri del C.I.C.A.P.?

By Blogger Straker, at 16 marzo, 2009 22:15


Si può essere più ridicoli di così?

  1. il teleobbiettivo ingrandisce sì gli oggetti, ma i rapporti di grandezza rimangono quelli! Ci mancherebbe che ingrandisse il 747 e non la luna.
  2. La quota è in ipotesi! Supponiamo un 747 a 10.000 metri, questo è grande quasi quanto la luna piena! se ti fai quei due conti in croce lo verifichi da te. Questo per dire che quando gli sciachimisti blaterano di quote di 8.000 metri e meno, fotografando dei 747, dovrebbero rendersi conto di quanto sarebbero grandi, se già a 10000 metri sono grandi quasi quanto la luna piena!
Non c'è che dire! E quando gli ho fatto notare che stava dicendo cazzate, un'altra perla:
Straker ha detto...

Più il velivolo è vicino all'osservatore, più apparirà grande rispetto alla luna. Ciò significa che se l'aereo appare grande quanto la luna, vuol dire che vola a quota certamente di molto, ma molto inferiore ai 10.000 metri.

16 marzo, 2009 22:33


Come se un teleobbiettivo fosse capace di avvicinare un aereo all'osservatore!

update: per tutta risposta, invece di nascondere i commenti nei quali si rende ridicolo, mi dà dell'incompetente... mi cascano le braccia, io lo faccio per il suo bene!