venerdì 25 giugno 2010

GoogleCL, Google da riga di comando


Sto scrivendo un post con il pacchetto appena rilasciato, GoogleCL, che permette di utilizzare numerosi servizi di Google, come ad esempio Picasa oppure GoogleCal, direttamente da terminale, con l'esecuzione di semplici comandi. Il codice lo trovate qui ed è disponibile per Windows, Mac e Linux.

mercoledì 23 giugno 2010

Sull'istruzione e anche sulla cultura, se viene

Si discuteva di questa questione delle lingue morte - sì, certo, il Vaticano, ma insomma, il Vaticano è morto pure lui quindi niente - e del fatto che son morte, che pigliano un sacco di tempo, che non servono a imparare un mestiere, oppure niente, che formano la mente, che abituano alla logica, all'applicazione, che so. Per via del fatto che ci stanno gli esami di maturità; li chiamano così.

Il fatto è che in questa questione, come un po' in tutte le questioni specialmente qua da noi che votiamo certa gente, non si può mica discutere, in particolare perché ci stanno una serie di talebaniclassicisti, che, come il Papa s'attacca a patella su quelle poche questioni che ancora si ha paura di affrontare razionalmente - la morte mi pare un esempio calzante - e che dunque s'affrontano colla forza della tradizione, così i talebaniclassicisti, pure. Ah, talebanoclassicista è una parola macedonia, me l'ha insegnato un mio amico classicista, un piccoletto.

Poi si sentono delle cose che, insomma, tipo: studiare il greco e il latino aiuta la logica. Seri. No, dai. Esiste una cosa, si chiama logica. E' una scienza. C'è la logica dialettica, c'è pure quella antidialettica, che nessuno che non capisca un po' di fisica quantistica capisce. Studiamo quella no? Le inferenze, quelle cose lì. Insomma, una versione di Silio Italico non ha niente di logico. Cioè, pare che certe volte lo facevano apposta, e la chiamavano retorica.

Poi niente, dicono che studiare le lingue morte serve ad aprire la mente. Studiare filosofia serve ad aprire la mente, studiare matematica serve ad aprire la mente. Studiare tutto serve ad aprire la mente. Anche questa cosa la chiamano cultura.

Dall'altra parte invece dicono che niente, non ti insegna un mestiere e non serve alla vita pratica, boh, non saprei come definire quel concetto per il quale gli uomini valgono in base a quello che riescono a produrre, tipo per esempio produrre le Panda a Pomigliano. Insomma, a parte alcune specifiche eccezioni, tipo che nemmeno me ne vengono in mente, nessuna materia imparata a scuola ti insegna un mestiere. La matematica non serve a fare le cose, in sé. Ma nemmeno cinque anni di ingegneria, mica ti insegnano a fare l'ingegnere. Le basi, ma quali basi? Per fare il lavoro che ti fanno fare chiamandoti ingegnere servono toh, un par di settimane di sbattimento con quelle quattro cazzate aziendali. Non molto di più che un corso di formazione per operatori dei call center.

Dicono pure che tutto questo sforzo e niente, non sforniamo latinisti, ellenisti, grechisti come direbbe Agamennone. Insomma, questo dipende principalmente dal fatto che ci sono le persone, ed è tipicamente difficile insegnare alle persone. E' già tanto se, in mezzo a un certo numero di persone, ne cavi fuori una decente, che riesca a capire che forse è meglio che si dedichi ad altro, piuttosto che a diventare ellenista-latinista.

Il fatto è questo. Che il latino, il greco, sono belle materie. Quei tizi in gamba che poi fanno altro lo sanno, se ne accorgono. Una bella materia è la matematica, e altrettanto la filosofia. Gli scacchi, anche. Dànno soddisfazione intellettuale, che è il nutrimento di qualunque cervello onesto. In un posto che si chiama Stato Liberale, ciascuno ha il diritto di trovare soddisfazione, felicità pure, dove meglio crede. E in nessuna misura si può credere di poter rinunciare gratuitamente a una parte della libertà dei propri cittadini in favore dell'economia, qualunque cosa questa parola voglia dire. Ogni rinuncia di libertà è un grosso prezzo, e deve essere considerata per quello che è.

Tra tutti gli studenti, gli scolari, che si applicano allo studio delle materie classiche, e delle lingue morte, una parte di essi, in qualche momento, avrà provato felicità. Di essa, a meno che non abbiano la fortuna di fare lo "studioso" e ricevere un compenso capace di garantire la sopravvivenza, oppure la fortuna di poter mettere da parte qualche momento libero dal tempo lavorativo e attinente per studiare, questi scolari conservano la memoria preziosa.

Questo post non giustifica in nessuna maniera coloro che s'aggirano per il mondo fieri di non capire un cazzo di matematica, ma di ricordarsi in quali guise Lesbia sapeva succhiare l'uccello di Catullo. Quelli li considero al pari di Bossi Jr.

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martedì 22 giugno 2010

Esame di maturità

Traccia: "i giovani e la politica"
Svolgimento: "Aridatece Berlinguer."

martedì 15 giugno 2010

Sulla vendita del corpo

Utilizzare l'espressione "vendita del (vendere il) proprio corpo", oltre che produrre un fremito di indignazione nello spirito di molti, si riferisce in particolar modo, se trascuriamo quella pratica pure assai diffusa del commercio di parti materiali del corpo, ovvero gli organi, o quell'altra fantasiosa pratica indiana della vendita anticipata del proprio cadavere, al deplorato uso di concedere in affitto per qualche secondo, minuto od ora, e non entrerò nel merito delle differenti estensioni temporali appena designate, il proprio (i propri) organo sessuale a chiunque sia in grado di pagare sufficientemente. La cosiddetta pratica della prostituzione.

Alla stessa maniera, sotto opportuno compenso, si possono concedere in affitto i propri malleoli, le proprie articolazioni, le proprie braccia, le proprie mani, ovvero il proprio ingegno, che in questa occasione chiamerò cervello, per qualche secondo, minuto o molto più spesso per diverse ore continuativamente. La cosiddetta pratica del lavoro.

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