lunedì 17 novembre 2008

Credenti o creduloni? Introduzione #1


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Questi giorni di sano raffreddore favoriscono e quasi mi costringono ad affrontare per iscritto uno degli argomenti che più ha occupato i miei pensieri dall'83 ad oggi. Sarà per colpa della mia formazione cattolica all'Italiana, sarà perché effettivamente è il primo problema esistenziale che ci viene parato innanzi. Pensate infatti ad un poppante in fasce che altro non desidera se non starsene per i fatti suoi al caldo di casa sua, e che viene costretto a presenziare ad un gran raduno popolare di invasati che pensano che la sua attuale salvezza dipenda dall'acqua che gli versa in testa un pagliaccesco signore, e si chiede legittimamente cosa abbia a che fare tutto quel fastidio con la sua esistenza. In questo esordio però mi sento in dovere di avvisare chiunque voglia avventurarsi in questo noioso pontificare, che l'avventura sarà piuttosto lunga, perché voglio essere esatto, e non so se mi riuscirà d'esser altresì leggero, seguendo l'insegnamento dello stimato Calvino.

Dicevo formazione cattolica all'Italiana, con la I maiuscola perché sostantivante, e mi spiego meglio. Sapete quanti cattolici siamo in Italia? E' una domanda piuttosto impegnativa, e per prima cosa sarà bene vedere cosa si intende per cattolici, o meglio quel che ci serve sapere. Dunque, se cerchiamo su Wikipedia in italiano la parola "cattolicesimo", veniamo barbaramente reindirizzati alla voce "Chiesa cattolica", che già è associazione di due termini ciascuno complesso a suo modo, motivo per cui cominciamo con l'aggettivo.

cattolico: eccl., della Chiesa cristiana di Roma: universale, in quanto ogni uomo vi può fare parte.

La prima cosa che colpisce è l'assegnazione precisa dell'aggettivo poi definito ad una istituzione economico-religioso-politica etc. ovvero la Chiesa di Roma, ovviamente cristiana. Se ne dà una sede precisa per individuare l'istituzione terrena preposta al governo del cattolicesimo. Tutto ciò pare in un qualche contrasto con la successiva specificazione, universale, poiché qualcosa di universale è qualcosa che automaticamente include l'universo mondo delle categorie interessate. Per essere più chiari. poiché la religione (cattolica, pleonastico) interessa l'uomo in quanto unico essere determinato nell'esistenza, tutti gli uomini automaticamente ricadono sotto la sua autorità morale e forse etica, ma di questo ultimo aggettivo e preposizione scriverò a parte. Per farla breve, la religione è universale, ma non riguarda gli ananassi.

E dunque l' "iscrizione ad un'istituzione", essendo in un qualche modo partitiva, si oppone all'universalità, individua appunto un partito di persone che si riconoscono tra di loro come affiliati, appartenenti, diversi dagli altri. Non una comunità dunque, ma una parte. Qui sorge il primo grosso problema del cattolicesimo, problema che si esplica ad esempio nel proselitismo, o nel potere temporale ed etico di cui parlavo prima, ed in mille altre piccole magagne che gli uomini di chiesa cercano in tutti i modi di conciliare con l' "editto della tolleranza". Il positivismo contro il razionalismo. [to be continued...]

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