martedì 5 maggio 2009

Il papa: "il mondo non ascolta i preti"

copyleft GNU



Il papa, ordinando alcuni presbiteri, ha espresso la sua preoccupazione per la scarsa attenzione che il mondo presta al messaggio della Chiesa, dove per Chiesa egli intende gerarchia vaticana.
il "mondo" – nell’accezione giovannea del termine – non capisce il cristiano, non capisce i ministri del Vangelo. Un po’ perché di fatto non conosce Dio, e un po’ perché non vuole conoscerlo. Il mondo non vuole conoscere Dio, per non essere disturbato dalla sua volontà e perciò non vuole ascoltare i suoi ministri; questo potrebbe metterlo in crisi.

Pur disponendo dunque di enormi spazi mediatici, Benedetto XVI considera il messaggio della Chiesa ancora poco incisivo nella mondanità, accorgendo in questa una progressiva profanizzazione e, secondo lui, perdita di valori. Ricordo che la presenza delle gerarchie vaticane in televisione supera di gran lunga numerose altre istituzioni anche importantissime, come la presidenza della Repubblica, ad esempio.

A proposito leggevo uno splendido libretto di Stefano Rodotà, "Perché Laico", edito da Laterza e venduto al prezzo di 15 € - mai soldi meglio spesi - nel quale si affronta in maniera illuminata fra i tanti il problema della considerazione che un paese laico deve concedere agli interventi ed alle rivendicazioni religiose, ed in particolare a quelle più influenti, ovvero quelle vaticane.
[L'eccezione italiana] trova rinnovate e fortissime radici nel fatto che la gerarchia vaticana dichiara esplicitamente di considerare l'Italia terra di missione, base territoriale dalla quale ripartire per una nuova reconquista (corsivo nel testo n.d.A.) di un mondo che si è venuto progressivamente scristianizzando proprio in un tempo in cui la religiosità conosce un inedito rilancio.

Stefano Rodotà, Perché Laico, pg. 16

Ed è infatti vero che sebbene il messaggio cattolico ortodosso, per chiamarlo così, abbia perso gran parte della sua forza, non è lo stesso per il bisogno religioso in genere, motivo per cui sempre più spesso si è di fronte a religioni "fai da te", assemblate variamente con credenze recuperate qua e là, come le pratiche new age, l'omeopatia, l'astrologia, e via dicendo (le scie chimiche, il complotto del signoraggio, quello dell'11 settembre, gli alieni, nibiru, i maya e il 2012, le cure "naturali" . . .).
... dietro la critica a un'inesistente pretesa di ricacciare la religione nella sfera privata, si affaccia la richiesta imperativa di fare del cattolicesimo la sola religione civile

ibidem, pagine successive

Le istanze religiose infatti, in un paese laico, non devono godere che dei medesimi privilegi che si riservano ai contributi filosofici, artistici e letterari al dibattito democratico. Non si può pensare ad una sorta di autorità morale che collochi i principi religiosi prima di tutto.
Ora, in Italia, si manifesta concretamente il rischio di un allineamento a un "indirizzo etico dominante", di cui la Chiesa sarebbe unica depositaria. Non é un caso che, nelle discussioni pubbliche, quando si devono individuare principi di riferimento, i richiami alle encicliche dei pontefici sempre più spesso oscurino o cancellino del tutto quelli agli articoli della Costituzione.

ibidem, pag successive

L'unica soluzione possibile a questo conflitto si trova nella pari dignità, come già detto, di tutte i contributi sociali al dibattito civile.

E' forse più vero che il messaggio delle gerarchie vaticane è antiquato e superato, non solo rispetto al mondo ed alle innovazioni tecnologiche, ma anche e soprattutto rispetto alle stesse istanze della Chiesa cattolica, ovvero dei fedeli che la compongono. La fossilizzazione delle gerarchie al messaggio evangelico così come fu rielaborato nei secoli, introducendo incomprensibili dogmi in esso, piuttosto che una necessaria attualizzazione, non può che condurre ad una perdita di significato dello stesso in un mondo ove oggi è possibile riprodurre la vita in laboratorio, come anche distruggerla tutta in un sol colpo. In un mondo dove la tecnologia ha concesso una sorta di potere divino all'uomo, la religione deve saper intervenire nel dibattito pubblico in maniera radicalmente diversa.
[...] dal mondo dei laici non vengono soltanto critiche o ripulse di fronte a usi troppo mondani della fede, ma anche domande che riguardano il modo in cui la Chiesa guarda sé stessa e si definisce rispetto al Vangelo. Non sono tentativi obliqui per ricacciare la fede nel privato e la Chiesa nelle sagrestie, come troppo spesso e con nessun rispetto della realtà si continua a dire da parte dei vertici delle gerarchie ecclesiastiche. Vi è, al contrario, il riconoscimento e la sollecitazione di una presenza nel discorso pubblico che non metta tra parentesi il contributo profondo che la religione può dare.

ibidem, pag. 8

immagine rielaborata rilasciata sotto licenza copyleft GNU - testo completo della licenza, link all'immagine originale.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

3 commenti:

markogts ha detto...

La reintroduzione della messa in latino mi pare un'ottima mossa per guadagnare l'attenzione del "mondo giovanneo" .

Hanmar ha detto...

"Il papa: "il mondo non ascolta i preti"

Nemmeno io, se e' per questo.

Pero' non ho visto la notizia sui giornali, maledetta lobby contro di me. :P

Saluti
Michele

markogts ha detto...

Nel senso che il mondo non ascolta Hanmar? :P