Oggi ho preso ferie, e come mai mi capita sono andato a far spesa il lunedì mattina. Il parcheggio era pieno e così il supermercato. La popolazione in esame si divideva equamente fra pensionate, pensionate+pensionati, donne fra i trentacinque e i cinquanta (oltre si va nei pensionati) con i loro figlioli al seguito: benvenuti negli anni 50.
D'altra parte il femminismo di raccatto che ci ha appestato nei passati decenni si è evoluto in un femminismo da quote rosa, perennemente indignato, clamorosamente inefficace.
Un curioso esempio è la furia con la quale le nuove femministe aggrediscono il mondo dello spettacolo, nel quale in genere dei gran pezzi di fica fan fruttare il proprio corpo per far danari. In questo io non ci vedo davvero nulla di poco dignitoso. E' certamente più umano che lavorare in catena di montaggio.
Quando poi invece una come la Minetti diventa consigliere regionale, un moto di indignazione sovrumano invade tutta una serie di personaggi che si identificano con una certa altra serie di categorie perlopiù morali (i giusti, gli onesti), e questa indignazione, credo, viene collocata al di sopra di ogni altra precedente, almeno per il momento.
Hanno scoperto, 'sti qui, che in Parlamento, in Regione, in politica, ci s'entra per raccomandazione. Però tutti coloro che per raccomandazione ci sono entrati andavan bene finché eran brutti e compravano la loro elezione altrimenti; al contrario lei no, è abominevole.
A dirla tutta e per tagliar corto io preferisco la Minetti a Gasparri per due ragioni: la prima è che è di bell'aspetto; la seconda è che lei almeno non impicciandosi degli affari dei cittadini non fa (troppi) danni.
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