domenica 30 novembre 2008

Bufala Facebook, chi guarda il mio profilo?




Come spero saprete, su Facebook esiste un gruppo che prometteva a chiunque si fosse iscritto ed avesse invitato non ricordo quanti amici di rivelare chi è che consultava il suo profilo Facebook. Ovviamente è impossibile ed è un'ovvia bufala, ma la morbosa curiosità degli ingenuotti ha fatto sì che il gruppo raggiungesse le 475.248 unità! un successo enorme su una cosa così chiaramente falsa da essere lapalissiana dovrebbe far riflettere. Così come fanno riflettere le fumose motivazioni addotte dall'autore del gruppo nella pagina principale, di rara banalità. Si afferma infatti di voler coinvolgere gli iscritti attraverso lo strumento del gruppo bufala nelle iniziative di carattere sociale. Il problema è che gli iscritti sono perlopiù dei letterali fessi, quindi quale iniziativa potrebbe giovarsi di 475.248 fessi? Sarebbe stato molto più nobile se il gruppo fosse stato creato con la sola idea di fare fesse più persone possibili.

update: pare che il gruppo sia stato cancellato e il creatore abbia avuto l'account cancellato da facebook a seguito di numerose segnalazioni. Peccato perdere questa rara testimonianza di stupidità umana.

Opinione pubblica


Qualche tempo fa ho scritto un articolo che titolava "Opinione pubblica e democrazia", e nel quale tentavo brevemente di esporre uno dei concetti che sta alla base della formazione del consenso per il varo di una legge. Mi rendo però conto che la questione è più complessa di quello che traspare da quell'articolo, ed uno dei motivi risiede nel fatto che è pressoché ignoto ai più il concetto assai importante ed assai sottile esso stesso di pubblica opinione, così come mi è stato fatto notare.

In questo articolo tenterò di illustrare brevemente quello che io intendo per pubblica opinione, sulla base di quello che si è inteso, a partire dalla fine del 1500 (e dall' inizio dell'urbanizzazione quindi), ad oggi. Fu infatti un francese il primo ad utilizzare il termine opinion publique, e specificatamente Michel de Montaigne. Infatti già nel 1588, a questa data risale la prima comparsa, si sentì la necessità di individuare il bisogno pubblico collettivo attraverso la definizione di ciò che poteva rappresentare ciò che il popolo vuole. Detta così pare piuttosto semplice, per il fatto che l'opinione pubblica sembra essere la misurazione media della somma delle opinioni private.

Quello che mi preme invece andare ad indagare, e che d'altronde emerge anche dalle riflessioni successive sull'argomento, è il modo in cui si forma l'opinione pubblica, e se è proprio vero che essa può considerarsi una media delle opinioni private. In merito la riflessione più interessante ed azzeccata mi pare quella del sociologo americano Herbert Blumer. Egli intanto analizza il significato di pubblico, facendo una considerazione geniale nella sua semplicità: c'è un pubblico quando c'è un problema collettivo da discutere che riguarda la vita, io aggiungerei privata, di tutti. Ovvero le persone discutono insieme di problemi che potrebbero riguardarli individualmente, e che possono essere risolti soltanto nell'ordine della collettività. Se mi taglio un dito, questo è un problema per me che non discuto con nessuno, in quanto la collettività mi ha già dato gli strumenti per rimediare a questo mio problema. Se invece per questioni di lavoro avessi bisogno di un volo diretto Pisa - Pescara, esempio a caso, e questo non ci fosse o costasse troppo, certo non potrei risolvere il problema da solo. Potrei però discuterlo con una serie di persone che hanno la mia stessa esigenza, ed allo stesso tempo con coloro che possono occuparsene, e così formare una pubblica opinione a riguardo. Tutti coloro che parteciperanno alla formazione di questa opinione lo faranno in relazione alla loro capacità di intervenire nella questione, ed al loro interesse in essa. Ovvero, l'opinione pubblica è il comportamento collettivo di coloro che partecipano all'opinione. Quello che aggiungo io è: l'opinione pubblica è il comportamento collettivo di coloro che partecipano all'opinione, nella misura in cui esso è pubblico, ovvero così come ci è comunicato dai mezzi di comunicazione.

Perché mi sto dilungando a riguardo? Perché l'opinione pubblica è l'essenziale strumento della democrazia, come dicevo nell'articolo citato all'inizio. Ovvero, nella misura in cui l'opinione pubblica è rispondente ai reali bisogni delle persone avremo uno stato felice. Chi governa dunque è chi forma l'opinione pubblica, chi è maggiormente interessato nel maggior numero di pubbliche sfere (formatesi sulla base di privati problemi), e meglio contribuisce alla discussione in esse.

sabato 29 novembre 2008

Ancora palle, stavolta pubblicizzate da Grillo

Il Disinformatico: Biowashball è una palla?

In cima vi linko l'articolo al solito esaurientissimo di Paolo Attivissimo, e mi scuso se gli ultimi post sono un po' troppo sulla scorta del blog certo molto più seguito del suddetto, ma gli argomenti erano piuttosto interessanti. In questo caso si tratta di una palla magica, che laverebbe senza utilizzo di detersivi, la biowashball. Lascio all'articolo di Paolo tutto ciò che c'è da dire a riguardo, con la promessa di un prossimo post un pochino più personale sul merito dell'informazione.

giovedì 27 novembre 2008

Notizie professionali

Il Disinformatico: Grasso da liposuzione per sfamare il Terzo Mondo

Questo per dire dei mezzi di informazione "tradizionali" che si lamentano dell'inaffidabilità delle notizie in rete.

il supposto massacro di delfini balena in Danimarca



Come sapranno ormai anche i sassi, sta circolando in queste settimane, anche grazie al blog di Beppe Grillo, un appello alla mobilitazione delle cosciènze civili contro il "massacro dei delfini balena" ad opera degli abitanti delle Isole Fær Øer. In tale mobilitazione si suggerisce a ciascuno di noi di inviare un appello alla regina di Danimarca affinché questo massacro abbia termine, e di firmare una petizione. La parolina magica, che in questo caso ha fatto scattare in me il dubbio è proprio "petizione". Come quelli che ti chiedono una firma "contro la droga". Cominciamo a fare alcune considerazioni su questa storia, alcune delle quali riprese dal famoso blog di Paolo Attivissimo. Nell'appello si afferma che la tradizione delle Isole Fær Øer voglia che i suoi abitanti, vestiti in abiti tradizionali, il giorno che i delfini balena si avvicinano alla costa, li massacrino per rendere onore agli antenati o qualcosa del genere. Si menzionano inoltre le atroci sofferenze poste in atto ai danni dei poveri cetacei, le acque rosso sangue, le urla "umane" degli animali. Si termina con l'incitamento al boicottaggio turistico e commerciale della Danimarca. A riguardo esiste anche un gruppo Facebook (e quando mai... ).

Cominciamo col dire che le Isole Fær Øer "sono un arcipelago che si trova nel nord dell'oceano Atlantico tra la Scozia, la Norvegia e l'Islanda.

Sono diventate una regione autonoma del Regno di Danimarca dal 1948 e, nel corso degli anni, hanno ottenuto il controllo su quasi tutte le questioni di politica interna, tranne la difesa (con l'eccezione di una piccola forza di polizia e guardia costiera, non hanno una forza militare organizzata, che rimane responsabilità della Danimarca) e gli affari esteri" (Wikipedia IT).

Essendo la pesca un tipico affare interno, la regina di Danimarca, o il governo danese stesso, c'entrano ben poco. Certo potremmo anche mandare una petizione al papa o a Gesù Cristo in persona, per sensibilizzare, nessuno lo vieta.

Per seconda istanza, mi viene da pensare se per caso questo appello non faccia leva sul sensazionalismo delle immagini trascurando i fatti. Infatti la carne di balena è un alimento comune, non comunissimo, sulle tavole dei paesi scandinavi e limitrofi, ed inoltre il tipo di pesca praticato in questo caso è un tipo di pesca tra i più naturali e rispettosi dell'ambiente marino che esista, in quanto selettivo e non intensivo. E' molto più distruttivo, infatti, praticare la pesca con le cosiddette "spadare" o con gli strascichi sottocosta che distruggono la flora subacquea deteriorando irrimediabilmente l'ambiente marino. Eppure questi due ultimi tipi di pesca vengono, nonostante siano questi sì vietati dalle norme europee, normalmente praticati, come dimostrato da un recente reportage giornalistico di Report, su Rai Tre, il cui testo integrale è reperibile qui. Il tipo di pesca regolamentata qui, al contrario, è altamente rispettosa della fauna marina, in quanto seleziona soltanto esemplari adulti e impedisce uno sfruttamento intensivo della risorsa.

Che dire inoltre di chi si lamenta della maniera cruenta di uccisione. Bene che sia cruenta, più cruenta è, più rapida ed indolore è per l'animale. Altrimenti andiamo a lamentarci col leone che caccia la gazzella nella savana. Perché invece non lamentarsi delle torture vere e proprie che subiscono gli armenti degli allevamenti intensivi, costretti a vivere per tutta la vita in un metro quadro, ingozzati di impiastri e steroidi, e infine macellati, alla stessa maniera dei globicefali (delfini balena), che però il mare se lo sono goduto almeno per un pezzo della vita?

Se poi si vuole essere ambientalisti e preferire il vegetarianesimo, ovvero mangiare ciò che tipicamente il cibo mangia, liberi di farlo. Ma questo "ambientalismo new age" fatto di sensazione ed appelli scomposti nuoce alla vera causa ambientalista, il cui fine dovrebbe essere quello di proteggere il mondo in cui viviamo il più possibile, in maniera intelligente, e non semplicemente coprire di ipocrisia la nostra coscienza firmando petizioni, per evitare che dolga.

martedì 18 novembre 2008

Credenti o creduloni? La chiesa e il cattolicesimo all'Italiana #2

a sinistra "Essenza della religione" di Leonardo D'Amico. Fotografia rilasciata secondo licenza Creative Commons.

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Chiesa deriva dal greco ekklesia (lat. ecclesia), e prima ancora ek-klaleo ovvero ek (da) kaeo (chiamare), dunque invitare. Per sua natura essa accoglie, invita. Non affilia, ma accoglie. Nel senso cattolico del termine, essa si sente di rappresentare il genere umano nella sua totalità, di credenti e non credenti, peccatori e santi, dal papa all'ultimo dei più turpi miscredenti. Ed infatti l'origine stessa della chiesa cattolica, che si innesta sul ceppo giudaico-ebraico, è un origine inclusiva. Saul di Tarso (San Paolo per intendersi) pensa che la maniera migliore per rendere folta la comunità cristiana sia smettere di proibire alcune cose, come la circoncisione (che era la principale difficoltà per la conversione di un pagano adulto) o i cibi impuri. Siate circoncisi nel cuore, se volete essere cristiani. Siate puri nell'anima.

In definitiva, la chiesa cattolica in origine era quanto di più inclusivo si possa riuscire a fare di un'organizzazione, ma successivamente essa è diventata positiva, sempre più positiva. Ha cominciato ad assumere il carattere esclusivo di chi possiede potere. Dunque, la trinità, la verginità della Madonna, il celibato dei sacerdoti, fino alla recente dichiarazione del vescovo di Kansas city che negherà la comunione a coloro che hanno votato Barack Obama, in quanto egli rappresenterebbe l'alternativa al pro-life McCain. Trascurando la contraddizione evidente nel riconoscere nell'erede di uno dei presidenti più guerrafondai della storia un paladino della vita, è chiaro però il carattere esclusivo che la nuova Chiesa positiva ha assunto ormai da secoli.

Tutto questo per arrivare a definire questo chimerico cattolicesimo all'Italiana, e rispondere alla domanda introduttiva: sapete quanti cattolici siamo in Italia? I calcoli ufficiali sono fatti secondo i registri di battesimo delle parrocchie, e stimano che più del 90% degli italiani sono cattolici. Ma ovviamente questo dato è piuttosto discutibile, essendo la maggior parte dei battezzati violentati nella loro volontà attuale. Ciò nonostante da un articolo illuminante del Corriere della Sera del gennaio 2006 possiamo ricavare diverse considerazioni. Come ci disse all'epoca l'Eurispes (e non starò a cercare qualcosa di più recente, poiché in definitiva non ne vale la pena) l'87,8% del campione di italiani si dichiarava cattolico. Una percentuale molto vicina a quella dei battezzati, ma, attenzione, soltanto il 37% si dichiarava cattolico praticante, secondo la strana formula per cui si può essere anche cattolici non praticanti, ma di questo discuteremo in seguito. Vale la pena analizzare a fondo i risultati dell'indagine, perché ciascuno è significativo a suo modo.

Aborto

Sull'aborto l'83,2% del campione è favorevole nel caso in cui la madre sia in pericolo di vita, il 72,9% in caso di gravi anomalie e malformazioni del feto, il 65,1% in caso di violenza sessuale.

Pacs, Dico o simili

ll 68,7% dei cattolici italiani interpellati dall'Eurispes è favorevole all'introduzione dei pacs, i patti civili di solidarietà.

Fecondazione assistita ed eutanasia

Il 58,7% dei cattolici è favorevole alla fecondazione assistita. Il 38,1% è favorevole all'eutanasia, il 48,1% è contrario ma gli indecisi sono il 13,8%.

Frequenza alle celebrazioni religiose

Si reca alla Messa tutte le domeniche il 30,8% degli intervistati tra i 18 e i 24 anni, a fronte del 22,4% e del 28,5% dei soggetti intervistati appartenenti rispettivamente alle fascia d'età 25-34 e 35-44 anni.

Ora è ovvio che queste percentuali sarebbero ridicole ed incomprensibili agli occhi di qualcuno che non sapesse bene cosa si intende quando si dice cattolico. Ma questa non è una giustificazione! Se io fossi intimamente convinto del fatto che dalla frequenza con la quale partecipo alla santificazione della domenica dipende la mia salvezza eterna, pur di non perdere una celebrazione rischierei la mia vita terrena e momentanea. A questo la macchina ecclesiastica rimedia con la sua maggiore fonte di guadagno, che sbrigativamente chiamerò indulgenza. Ma l'indulgenza non può trovar luogo nell'ambito delle convinzioni personali di ciascuno. Motivo per cui, in presenza di aborti, divorzi, eutanasia et cetera è ovvio che in alcun modo ci si può dichiarar cattolici.

Questo mi conduce ad affermare che la maggior parte degli italiani è cattolica all'Italiana, ovvero non cattolica, ma superstiziosa, irrazionale e tradizionalista. [to be continued...]

Poesia: raffreddore

a tratti respiro, ma lacrimo
a tratti non lacrimo, ma non respiro
a tratti respiro lacrime
lacrimar respiri... e 'un mi riesce..

lunedì 17 novembre 2008

Credenti o creduloni? Introduzione #1


L'immagine a sinistra è rilasciata secondo la Gnu Free Documentation License, dall'autore indicato nella pagina alla quale è collegata.

Questi giorni di sano raffreddore favoriscono e quasi mi costringono ad affrontare per iscritto uno degli argomenti che più ha occupato i miei pensieri dall'83 ad oggi. Sarà per colpa della mia formazione cattolica all'Italiana, sarà perché effettivamente è il primo problema esistenziale che ci viene parato innanzi. Pensate infatti ad un poppante in fasce che altro non desidera se non starsene per i fatti suoi al caldo di casa sua, e che viene costretto a presenziare ad un gran raduno popolare di invasati che pensano che la sua attuale salvezza dipenda dall'acqua che gli versa in testa un pagliaccesco signore, e si chiede legittimamente cosa abbia a che fare tutto quel fastidio con la sua esistenza. In questo esordio però mi sento in dovere di avvisare chiunque voglia avventurarsi in questo noioso pontificare, che l'avventura sarà piuttosto lunga, perché voglio essere esatto, e non so se mi riuscirà d'esser altresì leggero, seguendo l'insegnamento dello stimato Calvino.

Dicevo formazione cattolica all'Italiana, con la I maiuscola perché sostantivante, e mi spiego meglio. Sapete quanti cattolici siamo in Italia? E' una domanda piuttosto impegnativa, e per prima cosa sarà bene vedere cosa si intende per cattolici, o meglio quel che ci serve sapere. Dunque, se cerchiamo su Wikipedia in italiano la parola "cattolicesimo", veniamo barbaramente reindirizzati alla voce "Chiesa cattolica", che già è associazione di due termini ciascuno complesso a suo modo, motivo per cui cominciamo con l'aggettivo.

cattolico: eccl., della Chiesa cristiana di Roma: universale, in quanto ogni uomo vi può fare parte.

La prima cosa che colpisce è l'assegnazione precisa dell'aggettivo poi definito ad una istituzione economico-religioso-politica etc. ovvero la Chiesa di Roma, ovviamente cristiana. Se ne dà una sede precisa per individuare l'istituzione terrena preposta al governo del cattolicesimo. Tutto ciò pare in un qualche contrasto con la successiva specificazione, universale, poiché qualcosa di universale è qualcosa che automaticamente include l'universo mondo delle categorie interessate. Per essere più chiari. poiché la religione (cattolica, pleonastico) interessa l'uomo in quanto unico essere determinato nell'esistenza, tutti gli uomini automaticamente ricadono sotto la sua autorità morale e forse etica, ma di questo ultimo aggettivo e preposizione scriverò a parte. Per farla breve, la religione è universale, ma non riguarda gli ananassi.

E dunque l' "iscrizione ad un'istituzione", essendo in un qualche modo partitiva, si oppone all'universalità, individua appunto un partito di persone che si riconoscono tra di loro come affiliati, appartenenti, diversi dagli altri. Non una comunità dunque, ma una parte. Qui sorge il primo grosso problema del cattolicesimo, problema che si esplica ad esempio nel proselitismo, o nel potere temporale ed etico di cui parlavo prima, ed in mille altre piccole magagne che gli uomini di chiesa cercano in tutti i modi di conciliare con l' "editto della tolleranza". Il positivismo contro il razionalismo. [to be continued...]

lunedì 3 novembre 2008

perché questo blog

Il desiderio di scrivere e comunicare quelle che sono le nostre quotidiane conquiste nel campo della conoscenza, così come di condividere i pensieri più importanti e degni di nota mi muove a scrivere questo blog. Non voglio essere intimista e raccontare i fatti miei, ma scrivere di ciò che penso sia importante che tutti conoscano

Mi rendo conto che la maggior parte degli articoli possono essere noiosi, o complessi, ma la realtà è complessa, ed a semplificarla se ne perde inevitabilmente il senso completo. E la ricerca della verità deve essere lo stimolo per chiunque voglia vivere secondo morale. Ed è per questo che la "maieutica" della verità, da Socrate ad oggi, mi è principio ispiratore, se, come sono convinto, essa dimora in noi e non aspetta che di essere risvegliata.

Troverete ad ogni modo articoli su diversi argomenti, molti dei quali saranno strettamente attinenti alla religione o alla politica. Non disdegnerò però le curiosità, o quant'altro possa essere interessante ad ogni modo.

Ringrazio tutti i lettori per l'attenzione, e attendo con interesse ogni commento